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Marina

Regia di Stijn Coninx vedi scheda film

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La recensione su Marina

di OGM
8 stelle

Si chiama Rocco Granata. Ma è molto più noto il nome della sua canzone, composta da lui quando aveva ancora appena vent’anni, e suonava la fisarmonica nei locali di Limburgo, una cittadina belga sede di miniere di carbone. Suo padre Salvatore, che, con tutta la famiglia, nel primo dopoguerra si era trasferito lì dalla Calabria, era fortemente contrario all’attività artistica intrapresa dal figlio. Ma il ragazzo non si era lasciato fermare né dal disappunto del genitore, né dall’ostilità dimostrata dalle autorità, che gli avevano negato il permesso di lavoro. è così che, tra mille avversità, vide la luce un successo mondiale: un brano inizialmente realizzato per il lato B di un 45 giri che, nelle intenzioni della casa discografica, non sarebbe nemmeno dovuto uscire, in attesa di tempi migliori. Era l’epoca del rock and roll,  e nessuno – si pensava -  avrebbe badato alle note suonate da un giovane immigrato italiano. Questa favola vera, tratta dai ricordi del protagonista, racconta una vicenda dura ed amara, segnata dalla fatica, dalle difficoltà economiche,  dai pregiudizi xenofobi e dalle incomprensioni culturali: un insieme di condizioni che sembrano preludere al peggio, ma dalle quali, alla fine, inaspettatamente, scaturisce uno di quei rari miracoli che fanno immensamente sognare. La storia, perfettamente calibrata sul registro delle leggende televisive popolari, prepara il lieto fine attraverso un percorso carico di realistica drammaticità, per quanto sapientemente venato di sentimento. Nulla è scontato,  e nulla viene regalato allo spettatore, al quale la sofferenza viene presentata nuda e cruda, intrisa di lacrime autentiche, mentre i momenti di gioia sono dispensati con la moderazione che non esclude mai la sinistra ombra del timore e le severe striature dell’imbarazzo.  La solida interpretazione di Luigi Lo Cascio è il nucleo portante di un racconto di notevole potenza, al quale l’attore-rivelazione Matteo Simoni, nel ruolo principale, contribuisce con la forza delle emozioni acerbe eppure invincibili. Il suo personaggio ci trascina nella sua battaglia, combattuta con l’amore e l’entusiasmo, contagiandoci con la sua determinazione, ma rendendoci anche partecipi delle sue inevitabili incertezze. A conquistarci è la sua naturalezza di ribelle incosciente che decide  di tentare l’impossibile, e di eroe immaturo che sbaglia sotto la spinta di convinzioni superficiali, alimentate dalla passione ma poco sostenute dal senso della responsabilità. Una volontà  di ferro si innesta su una realtà traballante, in cui le sicurezze sociali non esistono, tanto che il destino e l’avventatezza possono, in un attimo, bruciare lunghi anni di sacrifici. Rocco sfida la precarietà imitandone il carattere instabile ed improvvisatore, che sceglie secondo l’impulso del momento, in maniera perlopiù irragionevole, senza preoccuparsi del domani e senza guardare in faccia a nessuno. La melodia e il testo di “Marina” sono nati un po’ per caso, cogliendo al volo un’occasione, seguendo un’ispirazione passeggera, frettolosamente fissata sulla carta. Proprio come ci piace immaginare l’origine delle cose più belle: apparizioni che spuntano come sorprese non volute, benché, magari, intimamente desiderate da un tempo immemorabile.  

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