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Marina

Regia di Stijn Coninx vedi scheda film

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La recensione su Marina

di supadany
6 stelle

Marina, nome ripreso dal titolo di un pezzo musicale che conoscono anche i sassi, è un film che presenta tanti aspetti anche di stretta attualità, mutuata ovviamente dal tempo, una storia di affermazione che fa sempre piacere ritrovare, tanto più oggi quando c’è quanto mai bisogno di una speranza in più per guardare avanti credendo in se stessi.

Purtroppo, ha anche più di un limite, ma non scade mai a livelli inaccettabili.

Nato in Calabria, ma cresciuto in Belgio dove suo padre (Luigi Lo Cascio) si è trasferito per lavorare in una miniera, Rocco Granata (Matteo Simoni), sogna un futuro diverso, trovando in sua madre (Donatella Finocchiaro) una valida sponda.

Coltiva la passione per la musica, s’innamora, andando incontro a tanti ostacoli, di una ragazza belga (Evelien Bosmans), superando scogli che avrebbero fatto desistere anche gli animi più focosi.

 

Matteo Simoni

Marina (2013): Matteo Simoni

 

A volte, quando talento e volontà si ritrovano, si possono sfondare anche le barriere sociali più spesse.

Tratto da una storia vera, un paletto che già dice molto, ma anche un’occasione per raccontare un percorso non limitato dalla figura in sé.

Se il classico conflitto tra padre e figlio - tra la concretezza di chi si è sudato amaramente ogni minuscola virgola per sopravvivere e chi ha un sogno, un’aspirazione - racconta il cuore pulsante, il contorno ci riporta al tema dell’immigrazione, con la distanza tra immigrato e paese di accoglienza.

I diritti sono diversi, le tutele minime, i pregiudizi sono un metro di valutazione che soggioga il resto, per cui le discriminazioni trovano una sorta di validazione.

Un contesto difficoltoso, per un processo di affermazione dai mille contrasti con anche conquiste parziali seguite da nuovi intoppi.

Se questo procedimento non manca di creare sussulti, Marina vede il suo respiro parzialmente soffocato da un format in area fiction televisiva, per sintesi, stringente in più punti, forma, non proprio aperta, e tipologia di soggetto.

Per il resto, la prova degli attori principali è convincente; Matteo Simoni mette in atto un istinto e un’intraprendenza sopra le media degli attori junior di casa nostra, Luigi Lo Cascio forse calca un po’ la mano ma tratteggia pur sempre una figura indurita dalla vita e figlia del suo tempo, mentre Donatella Finocchiaro è proprio un cuore di mamma.

In fondo, Marina è una storia di rivalsa tutt’altro che unica, ma tra limiti e pregi, riesce a comunicare apertamente, parlando di ieri ritrovandosi, parzialmente, nell’oggi, con una sincerità che non è sempre così respirabile in film che partono dal presupposto di raccontare una storia vera.

Confinato ma tutt’altro che disprezzabile.

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