Regia di Gérard Pirès vedi scheda film
Sesso e violenza: binomio della società moderna. Pirès, a dirla tutta, non riesce ad andare oltre questa semplice definizione, o accusa, comunque la si voglia mettere, perché L'agression pecca di una regia e di un ritmo grossolanamente messi in piedi alla mercé di una trama finita nelle mani sbagliate. Tenendosi alla larga dal manicheismo, e anzi smentendolo su tutti i fronti anche con eccessiva e ostentata sicurezza, il futuro regista di Taxxi si conforma a un certo tipo di cinema che andava tanto di moda negli anni '70 e che è invecchiato, purtroppo, molto male, un cinema che si atteggiava da eversivo e originale, una rottura con il cinema tradizionale, quasi un figlio bastardo di quell'ondata di innovazione che era stata la Nouvelle Vague. Un cinema che inondò l'intera Europa, che in Inghilterra fu il figlio del New Cinema e in Italia si espresse tramite i poliziotteschi (Pirès non è tanto distante da Fernando di Leo) e i film sfacciatamente di genere legati indissolubilmente ai loro tempi e privi di grande valore cinematografico. L'aggression combacia con questo genere di cinema soprattutto a causa di un ritmo indiavolato ma anche assai noioso, una regia mossissima e piena di inutili zoomate, un commento sonoro che ricerca l'effetto spettacolare a tutti i costi. Fatta eccezione per l'inseguimento iniziale in autostrada, in cui ci si gode la novità, il film non offre granché, da personaggi incoerenti al limite dell'inverosimiglianza (la Deneuve si diverte con uscite degne di un personaggio da porno per donne emancipate, Trintignant si consola velocemente con la cognata della moglie appena morta, e la sua follia da lutto si stempera con una facilità impossibile) fino a situazioni che sfiorano il ridicolo involontario (Brasseur che fa sentire i coiti degli animali da lui registrati, gli ultimi incidenti poco prima dello smascheramento del vero omicida). Convinto di colpire abbastanza solo con la storia e il twist finale, Pirès si scorda di cosa voglia dire intrattenimento e di quanto fossero già abusati temi come sesso e violenza già negli anni '70. Le uscite finali della Vukotic, poi, tolgono qualsiasi dubbio: il film è sciatto, incredibilmente dispendioso per quanto riguarda il cast ma incurante dell'effetto di certe sequenze. Potrebbe far pensare che sia un buon film perché esce dal genere poliziesco grazie a una serie di caratterizzazioni originali (quantomai furbe), ma la realtà è che lo fa a prezzo di troppe cose.
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