Regia di Ned Benson vedi scheda film
32 TFF – FESTA MOBILE
Una storia d'amore agli sgoccioli dopo un matrimonio e una convivenza di sette anni. Ma soprattutto dopo una tragedia familiare inaccettabile, destabilizzante che separa, forse per sempre, una coppia altrimenti affiatata e riuscita, realizzata, bella, ai limiti della perfezione.
Lei lascia lui, lui rivive i momenti salienti di quell'abbandono unilaterale, dal suo punto di vista subito, e prova a raccontarci la sua versione.
Insegue l'ex moglie, trascura il lavoro, il ristorante-bar che gestisce da anni e che si trova costretto a chiudere per troppo debiti. Si trasferisce di malavoglia a casa del padre vedovo, che non aspetta altro per affidargli la conduzione del suo elegante e ben più avviato ristorante.
Contrasti, inseguimenti, con l'ex moglie e con il padre sono scanditi da un dialogo schietto e brillante che riesce a risultare molto coinvolgente pur non dicendo assolutamente nulla di nuovo.
Prima parte, vista dal punto di vista maschile, di un dittico già presentato in concorso a Toronto, poi rimontato assieme a formare “Them” e presentato, sempre in concorso, a Cannes, poi nuovamente diviso per tornare alla coerenza per cui è stato concepito, e che effettivamente gli rende ragione d'esistere e lo rende un caso quasi unico.
In attesa della seconda parte, Her, la medesima vicenda vista dalla parte della fuggitiva, Him appare un film delicato, intimo e spigliato che ci convince, nonostante glissi su molti avvenimenti anche cardine della vicenda, di cui si percepisce di sfuggita la natura dalle conseguenze che ci vengono mostrate: ma niente paura, tutto o comunque molto si capirà nel successivo capitolo, più compiuto, necessario di un film che comunque va visto per intero nei suoi due capitoli e nella sequenza Her-Him.
James McAvoy e Jessica Chanstain (anche produttrice) hanno una chimica perfetta ma, in questa prima parte, è il valido caratterista Ciaran Hinds che brilla di luce propria con le sue arguzie e la scaltrezza ironica di un uomo ormai consapevole della propria vecchiaia, che si aggrappa ai piccoli appaganti particolari piaceri di una vita che vale ancora la pena di essere vissuta.
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