Regia di Pascal Chaumeil vedi scheda film
Quattro sconosciuti variamente disperati s’incontrano la notte di capodanno in cima a un palazzo londinese prediletto dai suicidi; sono un presentatore tv rovinato da uno scandalo sessuale, la tormentata figlia di un politico, una madre sfiancata dalle cure per il figlio disabile, un giovane rocker fallito. L’affollamento inatteso li induce a rimandare gli intenti autodistruttivi fino a San Valentino, ma nelle settimane che intercorrono diventano gli uni per gli altri il miglior gruppo di supporto possibile. Il romanzo di Nick Hornby, qui produttore esecutivo, intrecciava le voci narranti di quattro esseri umani alle prese con la depressione, dando vita a una polifonia agrodolce e cupamente ironica. La trasposizione, per mano dell’esperto di commedie sentimentali Chaumeil, punta tutto sulla farsa, abbozzando quattro figurine di caricaturale esaurimento nervoso e mantenendo una pretestuosa voce narrante quadripartita. Superflua in quanto, per spostare il target sul pubblico più giovane, diventano protagonisti assoluti l’esagitata Imogen Poots e Aaron Paul, a discapito dei malissimo scritti e stancamente interpretati personaggi di Pierce Brosnan e Toni Collette. Nella stessa ottica, una porzione eccessiva di film è fagocitata dal segmento balnear-romantico della terapeutica vacanza a Ibiza, nel tentativo di dirottare la commedia nera in territori più solari. Ne esce un prodotto fatuo e banale, un inno alla vita ossimoricamente inerte.
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