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Non buttiamoci giù

Regia di Pascal Chaumeil vedi scheda film

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La recensione su Non buttiamoci giù

di miss brown
6 stelle

Si può fare un film divertente e di buon gusto su quattro persone sull'orlo del suicidio? Non pensavo fosse possibile, e invece...

Martin Sharp era un noto presentatore tv: ha perso lavoro, famiglia e reputazione quando è stato beccato a fare sesso con una modella di 16 anni (ma ne dimostrava 25) e ha deciso di suicidarsi la notte di San Silvestro, buttandosi dal terrazzo di un grattacielo. Mentre è in bilico sulla balaustra a fumarsi l'ultimo sigaro si intromette Maureen, madre single di un ragazzo con una gravissima paralisi cerebrale: Non so come esprimermi, ma… hai intenzione di tirarla per le lunghe?” - poi da buona inglese si mette diligentemente in coda. Arriva anche la ventenne Jesse, figlia di un uomo politico, con una tragedia familiare alle spalle e appena mollata dal fidanzato. E infine salta fuori da un angolo l'americano JJ, musicista rock che cercava l'America a Londra e non ne può più di fare il ragazzo delle pizze. Comincia a piovere, decidono di non farne più nulla; e si separano con una promessa: tenere duro per altre 6 settimane, fino a San Valentino (dopo Capodanno la data con maggior numero di suicidi). Da quel giorno cominciano a tenersi d'occhio l'uno con l'altro: nelle loro vite c'è ora un nuovo scopo, prendersi cura di quella strampalata, inattesa famiglia allargata. Purtroppo la stampa viene a conoscenza del fatto (due dei protagonisti erano dei vip, anche se di secondo piano) e la vita quotidiana dei quattro diventa insopportabile. Per far sbollire il caso Martin offre agli altri una vacanza alle Canarie, potranno rilassarsi e schiarirsi le idee. Ma i professionisti del pettegolezzo li seguono anche lì.
Il regista francese Pascal Chaumel (IL TRUFFACUORI, UN PIANO PERFETTO) e lo sceneggiatore soprattutto televisivo Jack Thorne lavorano sul romanzo A LONG WAY DOWN, scritto nel 2005 da Nick Hornby, e ci offrono un prodotto decisamente ben riuscito. Le storie malinconiche e paradossali dei quattro personaggi sono realistiche e commoventi, raccontate con umanità e humour tutto britannico, interpretate con semplicità e senza strafare. Pierce Brosnan ha accettato il ruolo di Martin, una parte perfettamente nelle sue corde, dopo che altri attori l'avevano rifiutato, timorosi di interpretare un pedofilo: Martin in realtà è solo un Peter Pan giocherellone che per una volta l'ha fatta grossa e che l'esperienza ha fatto maturare. E' capace di grande generosità anche verso dei perfetti sconosciuti, e Brosnan lo interpreta col giusto equilibrio. Maureen è una quarantenne ormai spenta, a causa della malattia del figlio solitaria fino all'isolamento, ormai quasi incapace di parlare, che impara di nuovo a comunicare con le persone, e magari ad essere felice. Toni Collette per Nick Hornby era già stata una madre disfunzionale in ABOUT A BOY: la sua interpretazione è tutta fisica e come sempre perfetta. Il rockettaro di belle e malriuscite speranze JJ è forse il personaggio meno riuscito della storia: uno che a 30 anni vuole farla finita perché non riesce a diventare famoso... mah! - non per niente è un americano, ben interpretato, comunque, dall'emergente Aaron Paul, protagonista dell'acclamata serie tv BREAKING BAD. E' ora in sala con NEED FOR SPEED, nel cui cast è presente anche l'ottima Imogen Poots, qui nel ruolo di Jesse, forse quello meglio scritto: è una ragazza apparentemente fragile, dotata di un'energia contagiosa quando decide di perseguire uno scopo, ma disperata per la tragica sparizione dell'amatissima sorella, che annega il dolore in comportamenti irresponsabili non riuscendo a comunicare col padre, il come sempre impeccabile Sam Neill. Nel ruolo della spietata giornalista di gossip ci delizia Rosamund Pike. Molto piacevoli le musiche di Dario Marianelli.

L'intento degli autori era fare una commedia nera sul suicidio mai pedante sulla questione e allo stesso tempo un film che gli spettatori considerassero godibile: lo scopo è raggiunto, e come il libro si districa brillantemente fra tragedia e commedia, senza mai cadere nel grottesco o nel pietistico. Non siamo davanti al capolavoro del secolo, ma film così ce ne fossero! 

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