Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Trasportata dalla frenesia post pizza-del-sabato-sera-tra-amici e trascinata dall’inaspettata voglia di cinema della mia compagnia poco cinefila, mi sono ritrovata in sala davanti ai titoli di testa dell’ultimo film di Massimo Venier, di una noia mortale. Nessuna risata, solo qualche sorriso accennato con sforzo, nessuna battuta memorabile e nulla che faccia almeno divertire. Mentre il mio astio nei confronti dell’incapacità comica di Fabio De Luigi si fa sempre più profondo, l’ammirazione per Luciana Littizzetto cresce in modo esponenziale, se non per l’evidente capacità comica (qui totalmente sotterrata) almeno per il coraggio di osare un confronto con il passato, troppo eccellente da imitare, e per il viso espressivo e la minuziosità del suo fisico adattissimo a contenere cattiveria e malignità. Tutto il resto è vacuo tentativo di provare a fare cinema all’americana ma, quel tipo di commedia, in Italia, non sarebbe compresa (almeno secondo alcuni) resta il fatto che, il gelo della sala, sembrava suggerire una risposta ben diversa.
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