Regia di Ferdinando Vicentini Orgnani vedi scheda film
La scalata al successo di un quieto bancario che scopre per caso di possedere un olfatto dalle capacità incredibili, viene interrotta da un brutale omicidio ai danni della moglie instabile e gelosa. Le indagini pedanti danno quasi per scontata la colpevolezza del marito, ma alcuni retroscena portano alla luce un intrigo misterioso. interessante.
Esce in qualche sala francese "il giallo del sommelier", una curiosa operazione di thriller "pedemontano" (ci troviamo ai piedi delle Alpi orientali, attorniati da scorci montani molto suggestivi e sin troppo ad effetto) decisamente insolita, curiosa ed accurata datata 2013 ed apparsa in modo troppo fugace in pochissime sale del nostro Paese.
In regia un "recidivo" di adattamenti letterari per nulla scontati: dopo l'interessante e molto ligure "Mare largo", dal romanzo di Biamonti Vento largo, Vicentini Orgnani si ispira all'omonimo romanzo di Fabio Marcotto per parlarci innanzi tutto, con piglio ironico che sfocia talvolta nella macchietta di colore, di una vita di provincia di un piccolo centro montano, dove un tranquillo ma ambizioso funzionario di banca (Vincenzo Amato, l'attore feticcio di Emanuele Crialese, nonché spesso coinvolto in progetti internazionali di un certo richiamo), scopre per caso di essere dotato di un olfatto sensibilissimo e di essere in grado di divenire, in poco tempo e dopo anni di totale indifferenza verso ilvino, uno dei più apprezzati, acuti e sensibili sommelier del Paese.
Licenziatosi di banca, l'uomo si arricchisce e lam sua naturale predisposizioneverso il bello, unita ad una propria innata tendenza a provarci con le belle donne, lo rendono un amante extraconiugale piuttosto insaffarato, costretto per questo a subire le continue richieste di spiegazioni da parte della bella ma fragile moglie, soggetta sempre piuù ad ire incontrollabili e piuttosto predisposta al ricatto subdolo (la interpreta una divertita, ma anche pericolosa - seppur vittima - Giovanna Mezzogiorno).
Il ritrovamento della moglie morta in casa, una mattina come tante, mentre l'uomo è a letto con il volto pittato di trucco femminile, accentra sull uomo ogni tipo di sospetto, ed attiva le indagini di un solerte ma anche pedante commissario locale di nome Sanfelice (Pietro Sermonti, simpatico), tutto preso a venire a capo dell'intricato mistero che pure lui intuisce sia troppo facile addossare tutto in capo al celebre e celebrato sommelier.
Ecco allora che il film si giova di tutta una serie di un pò lambiccati flash-back utili da un lato a chiarire (si fa per dire) tutta una serie di retroscena che vedono coinvolto, tra gli altri, un mefistofelico losco figuro (il sempre affascinante Lambert Wilson) che si accompagna con tre baldi aiutanti-servitori nero vestiti dai nomi apostolici.
Il lato diabolico e assurdo della provincia è già stato sfruttato e reso talvolta molto bene dal racconto cinematografico.
Il film insolito e volenteroso di Vicentini Orgnani, che dirige accuratamente e si giova talvolta di riprese ardite e dai tratti seducenti, con campi lunghi e contorni studiatissimi dall'alto potere scenografico protesi verso panorami sin troppo esemplari e fotogenici per limitarsi ad un appropriato contorno, si lascia guardare con un certo divertito interesse: poi la trama si ingarbuglia su se stessa e la storia sbanda un pò perdendo molta lucidità, come se un bravo e noto sommelier cominciasse a perdere poco per volta la propria capacità di giudizio e cominciasse a sproloquiare un pò a vanvera, sprecando tutto il buon materiale accumulato e la pregevole ammiccante confezione che ne risultava alla base.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta