Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Leone (Sergio Castellitto) è un uomo ricco e solo: non ha una famiglia e allora per la Vigilia di Natale ne affitta una, e dovrà essere perfetta.
I componenti della compagnia teatrale scritturata hanno accettato l'insolito ingaggio con perplessità, ma non potevano dire di no, in questi momenti di magra, ad un compenso faraonico per un lavoro di un paio di giorni, anche se impegnativo: 350 pagine di copione da seguire puntigliosamente, che contengono notizie precise su gusti e interessi di Leone oltre all'immaginaria biografia di lui e della sua fittizia famiglia. Il capocomico Fortunato (Marco Giallini), autorevole e concreto, che cerca di gestire al meglio questa stramba riunione, dovrà interpretare il fratello di Leone fingendo di essere sposato con Sole (Carolina Crescentini), trentenne attrice da sempre innamorata di lui. La sua bella moglie Carmen (Claudia Gerini) invece sarà la moglie di Leone; i giovani Luna (Eugenia Costantini), neodiplomata all'Accademia, colta e rigorosa, e Pietro (Eugenio Franceschini), ragazzotto tatuato la cui massima aspirazione è entrare al Grande Fratello, saranno i figli e Rosa (Ilaria Occhini), anziana ex-diva ancora sulla breccia nonostante l'età, la nonna.
Ma nonostante gli sforzi e la professionalità degli attori le cose non vanno così bene. Leone è prepotente e incostante e ha pretese assurde: non gli piace il piccolo Daniele (Giacomo Nasta) per la parte del figlio minore, troppo grasso, e poi gli occhiali... e ne pretende la sostituzione; trovato in emergenza l'antipatico biondino Angelo (Lorenzo Zurzolo) finirà per tenerli tutti e due, ma Daniele è stato adottato (!) Le bizzarrie di Leone, il suo cinismo, le improvvise variazioni ad un copione che doveva essere intoccabile fanno emergere debolezze e contraddizioni e rischiano di mandare tutto all'aria. Le attrici, soprattutto la povera Luna, sottoposta ad un serrato interrogatorio sulla sua vita sessuale (”Sono tuo padre, mi puoi dire tutto!”) sono quasi spaventate dalla palese follia del personaggio: ma tutti tengono duro perché hanno davvero bisogno di quel sudato compenso. Dopo una giornata dedicata alla preparazione del cenone e all'ultimo shopping pre-natalizio, Leone decide di dare ospitalità ad Alicia (Francesca Neri), automobilista in panne. E lei, totalmente ignara della messa in scena, rischia di dare il colpo di grazia agli equilibri faticosamente raggiunti.
Ambientato in una splendida villa d'epoca nei dintorni di Todi, UNA FAMIGLIA PERFETTA è una bella commedia all'italiana, nella migliore tradizione dei film corali di Monicelli o di Scola. Lo è per l'equilibrata miscela di scene comiche e drammatiche, per la sincerità e il realismo, per la leggerezza e l'ironia, per le riflessioni dolci-amare sul vero significato di famiglia, se è davvero quella che si ha per comunione di sangue, o piuttosto quella che si sceglie per comunione di sentimenti. La sceneggiatura impeccabile dello stesso regista Paolo Genovese e di Luca Miniero è anche una dichiarazione d'amore al mestiere dell'attore, un omaggio al sacrificio quotidiano di tanti misconosciuti lavoratori dello spettacolo che però sono il nerbo di questa professione.
Tutti i personaggi hanno come due facce, la loro e quella che devono rappresentare in un gioco che sembra ispirato al pirandelliano ENRICO VI, e in questo gioco rischiano di perdersi: Fortunato si rende conto di quanto ama ancora sua moglie nel momento in cui teme di perderla in favore del fascinoso e ricco Leone. Carmen, da moglie remissiva e trascurata di Fortunato, quando passa ad interpretare la moglie di Leone diventa seducente e volitiva. Luna e Pietro, così diversi, trovano imprevedibilmente l'uno nell'altra confidenza e sostegno, e lo stimolo a continuare in un lavoro difficile. E Sole accetta finalmente di affrancarsi dal suo amore impossibile e trovarsi una strada da sola.
Sceneggiatura decisamente complessa perciò, che non avrebbe retto senza il magnifico cast, in cui brilla l'ancora bellissima Ilaria Occhini, la nonna Rosa: in un momento difficile, in cui l'ennesimo stravolgimento del copione potrebbe far cadere tutto il castello di carte, alla domanda “Ma ce la fai?” risponde fieramente “Certo che ci riesco, sono un'attrice!”
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