Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
"Safe Haven", ovvero il rifugio sicuro, è un film sentimentale molto edulcorato, tratto dall'omonimo romanzo di Sparks, autore cui non mi sono mai approcciata, dal momento che prediligo un genere diverso di lettura. E un genere diverso di film, dovrei aggiungere. Tuttavia, Hallström se la cava bene in questa trasposizione cinematografica e riesce a realizzare un film tutt'altro che spregevole. Chiaramente "Safe Haven" si presenta fin da subito per quello che è, ovvero una pellicola molto zuccherosa, ma senza la pretesa di essere qualcosa di differente. E credo sia questa la sua "grandezza": riconosce le sue caratteristiche e ne sviluppa al massimo le potenzialità. Per cui si fa perdonare anche il già visto (la moglie che fugge da un marito violento e psicotico e si rifugia in una piccola cittadina, plot che mi ha assolutamente ricordato il film -mediocre- "A letto con il nemico", 1990) e l'eventuale surreale (si pensi a Jo), oltre che la sottile vena (soft)thriller che serve giusto per dare un leggero movimento alla vicenda. Il finale poi è assolutamente perfetto con quella commozione forzata che inevitabilmente fa tirare un sospiro (o fa nascere una lacrimuccia?). Insomma, quello che in un altro film avrei condannato per eccesso di melassa qui è assolutamente in tono con la vicenda e con lo spirito della storia. Proprio per questo credo che sia una pellicola riuscita e assolutamente gradevole. Non da aspettarsi un capolavoro, ma una giusta pausa romantica.
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