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Shell

Regia di Scott Graham vedi scheda film

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La recensione su Shell

di maurizio73
6 stelle

Storia di solitudini che si staglia nel raggelato paesaggio della brughiera scozzese quale remoto avamposto di una condanna sociale in cui la scelta dell'uomo e l'obbligo dei sentimenti sono la gabbia da cui non si riesce a vedere scampo, ma anche il rifugio da una minaccia che incombe sull'unità della famiglia e la salvaguardia degli affetti.

La 17 enne Shell vive e lavora con il padre epilettico in una isolata stazione di servizio lungo una strada che attraversa la fredda brughiera delle Highlands scozzesi. Abandonati dalla madre ed obbligati a fare affidamento solo sulla reciproca assistenza, padre e figlia sono uniti da un profondo legame che sembra escludere il mondo esterno e che rischia di precludere alla ragazza la speranza di una vita sociale libera e soddisfacente. Quando nella loro vita entra il giovane Adam le cose sembrano cambiare.

 

locandina

Shell (2012): locandina

 

Sviluppando il soggetto di un suo precedente corto del 2007, il giovane Scott Graham esordisce nel lungo con una storia di solitudini che si staglia nel raggelato paesaggio della brughiera scozzese come il remoto avamposto di una condanna sociale in cui la scelta dell'uomo e l'obbligo dei sentimenti sembrano costituire la gabbia di una auto-reclusione da cui non si riesce a vedere scampo, ma anche il rifugio da una minaccia che incombe da sempre sull'unità della famiglia e la salvaguardia degli affetti. Prigionieri nel limbo di una stazione di rifornimento quale luogo di transito di una umanità che sembra destinata al viaggio verso una civiltà distante e sconosciuta, l'espiazione di questa condanna a due è il perenne luogo d'attesa di un deserto dei Tartari in cui le relazioni sociali sono costrette nella morbosa vicinanza filiale e dove la naturale ricerca dell'affettività e della consolazione rischiano di sconfinare nella relazione incestuosa di un complesso di Elettra che ne costuituisce la tacita ragione drammaturgica, conducendo la storia dei protagonisti verso le estreme conseguenze di un finale che apre, nel dolore e nello strazio, gli sconfinati scenari di un generoso e crudele atto d'amore. Ricercando il rigore di un cinema che predilige le descrizioni d'ambiente alla esemplarità  del racconto e confinado i personaggi nel perimetro limitato del campo medio, Graham ci parla di una quodianità familiare vissuta come la necessaria prigione di una reciproca dipendenza e dove gli slanci di un desiderio adolescenziale finiscono per accarezzare con indolente struggimento il confine di un orizzonte limitato dal profilo distante delle montagne e dall'orlo minaccioso delle nubi, perso lungo la linea di mezzeria di una strada che conduce verso un altrove sconosciuto e agognato insieme. Prossimo alla disperazione antropologica ed alla scabrezza del racconto sociale di un Lisandro Alonso il cui personaggio vagheggiava la meta remota e solo sfiorata di una Liverpool da souvenir (Liverpool -  2008) od alle suggestioni ambientali ed i richiami del simbolismo eremitico e predicatorio di Alain Tanner (Gli anni luce - 1981), il film di Graham ci parla della ambivalenza dei legami familiari e della necessità di una loro frattura come condizione indispensabile per la libertà e la crescita individuale. Senza eccedere nel patetismo della parabola morale e mantenedo una sorprendente credibilità nella caratterizzazione dei personaggi e dello specifico geografico (splendida la fotografia di Yoliswa Gärtig), l'autore ci presenta la favola triste di una perla meravigliosa e splendente racchiusa nel guscio (Shell, appunto) di una conchiglia perduta in fondo al mare e che riemerge, con dolorosa necessità, alla vita ed alla conoscenza del mondo. Bravissimi i due protagonisti, tra il padre epilettico e schivo di un misurato Joseph Mawle e l'aggraziata eleganza dell'esordiente Chloe Pirrie, quale incantevole e seducente Nereide d'Albione che danza al ritmo trascinate della Walk of Life dei Dire Straits. Presentato al Torino Film Festival 2012 dove si aggiudica ben tre premi (Fipresci e Gran Premio città di Torino come miglior film e Premio Holden alla sceneggiatura) ed al British Independent Film Awards 2013 che premia Chloe Pirrie come migliore promessa esordiente.

 

...E tu che intanto sogni ancora sogni 
sempre sogni di fuggire via 

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