Regia di Philipp Stölzl vedi scheda film
Siamo nell’ambito della solita e diffusa paranoia americana della cospirazione e dei poteri deviati, con trame talmente arzigogolate ed astruse da essere impossibile relazionarne le sequenze ed il senso ultimo, essendo perlopiù nel novero dell’inverosimiglianza. Tali trame sono un pretesto per giustificare le frequenti scene spasmodiche, le azioni frenetiche, gli inseguimenti, le sparatorie ed i morti a gogo. Ci troviamo con l’immancabile cellula deviata della CIA che lavora per una multinazionale criminale che deve far sparire delle prove che potrebbero comprometterne l’attività. Nella realtà sappiamo essere l’intera CIA e chissà quante altre agenzie governative che lavorano per le multinazionali (esponenti del governo compresi, che spesso provengono o sono scelti da esse e dopo l’esperienza politica vengono assunte dalle stesse), ma noi semplici europei prendiamo per buono che siano solo alcuni dipartimenti deviati che lo fanno, gli altri sono ligi al dovere ed a principi etici ed alla carta costituzionale. Aaron Eckhart è un improbabile padre, che da poco tempo si deve occupare di una figlia adolescente che manco conosce, al punto che gli fa mangiare un dolce che contiene ingredienti cui lei è allergica, facendola finire in ospedale. Inizialmente sembra improbabile anche come ex agente operativo della CIA in quanto negli scontri corpo a corpo se la cava maldestramente, ma poi carbura meglio e si trasforma in una macchina da guerra. Il coinvolgimento suo malgrado della figlia e molto forzato, poco realistico, ma ha il suo perché, essendo il personaggio adolescenziale interpretato dalla Liana Liberato la vera pietra miliare del film, la sua anima, il suo supporto. Un personaggio assolutamente anomalo, troppo precoce per maturità, intelligenza, acume, perspicacia, responsabilità, capacità intellettive e deduttive, ecc., una specie di genio cognitivo, al confronto del quale il padre figura come un decerebrato, se non fosse per l’addestramento ricevuto che prima o poi emerge e lo aiuta a tirarsi fuori dai guai. Guai piuttosto gravi in cui la cellula deviata dell’Agenzia lo ha cacciato, dopo averlo sfruttato a sua insaputa lo vorrebbe eliminare. Altra anomalia è la leader della cellula deviata della CIA, interpretata da Olga Kurylenko, che è un’attrice e modella di origini ucraine, tanto carina ma anche troppo giovane per fargli svolgere un ruolo da dirigente di alto rango della CIA, siamo a realismo zero. Sorvoliamo pure sulle innumerevoli sbavature, incongruenze e forzature della trama, e soffermiamoci sulla scorrevolezza della dinamica del film, che nell’intrattenimento funziona, ma solo riducendo l’attività sinaptica e prendendo per buono quanto propinano. Il finale è esplosivo (in tutti i sensi), ma non poteva essere diversamente, anch’esso altamente improbabile. Il pregio del film sono i due personaggi femminili, soprattutto l’adolescente, la prima volta che in un film americano le uniche donne protagoniste sono intelligenti, capaci e non psicopatiche, è già un progresso ed è il motivo per cui non lo stronco nel punteggio.
Errore:
chiudi
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta