Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il fulminante esordio di Woody Allen alla regia (inizialmente proposta a Jerry Lewis, che però declinò l'invito): formalmente tutt'altro che sgangherata, è un'operina esilarante, deliziosamente in bilico tra la genialità delle gag più assurde (da antologia la sequenza della fuga dal carcere, con il protagonista che tiene in mano una pistola fatta di sapone, che si scioglie appena inizia a piovere) e il tripudio di demenzialità travolgenti degne delle migliori slapstick comedies degli anni Trenta. Scritto da Allen insieme a Mickey Rose e strutturato come una finta inchiesta giornalistica che registra i tentativi fallimentari dello stralunato e complessato Virgil Starkwell di farsi strada nel mondo del crimine, il film cita amabilmente e travolge con irriverenza i classici del cinema di genere, dai gangster movies alle opere di ambiente carcerario (con, tra gli altri, uno spassoso omaggio a Io sono un evaso), evidenziando una maturità di stile e una freschezza d'ispirazione già solidissime. Fondamentale, poi, il contributo di Ralph Rosenblum, consulente per il montaggio, che, a riprese ultimate, si occupò di riorganizzare il materiale girato: Allen rimase talmente soddisfatto del lavoro svolto che stringerà con lui una proficua collaborazione. Tra gli assistenti alla regia fa la sua apparizione un ancora imberbe Walter Hill.
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