Regia di Agnès Jaoui vedi scheda film
Un istruttore di guida, brusco e misantropo, sa che dovrà morire il 14 marzo: glie lo ha predetto un’indovina, lui è un razionalista che non crede in nulla ma un po’ si sente preoccupato. Suo figlio, timido e balbuziente, è un aspirante musicista. La figlia di un industriale, accusato di provocare inquinamenti idrici, aspetta il principe azzurro. Sua zia, una mezza squinternata, tiene corsi di recitazione per bambini. La coppia di sceneggiatori Jaoui-Bacri, che nella vita si erano separati poco prima, procede sul solco de Il gusto degli altri e Così fan tutti (purtroppo non posso dire nulla di Parlez-moi de la pluie, inedito in Italia): commedie corali senza protagonisti, con storie che si intrecciano e una morale acidula, un cinismo morbido e quasi dispiaciuto di dover mostrare le cose come stanno. Per questo si sogna di evadere nel mondo delle fiabe (un Cenerentolo lascia la festa a mezzanotte e perde una scarpa, una ragazza con il berretto rosso attraversa un bosco e chiede indicazioni al lupo), anche se poi tocca rientrare nella realtà. Qualche piccola battuta a vuoto verso il finale, quando bisogna tirare le fila. Ottimo doppiaggio.
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