Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Non si può negare che gli americani sappiano realizzare film d’azione, a volte anche con una trama accettabile, con estrema padronanza della tecnologia e con qualche inserto di emozioni e relazioni umane, ma troppo spesso non sanno sottrarsi all’esigenza della propaganda, e questo film ne è l’ennesima dimostrazione. Il nemico ovviamente è il terrorismo, in questo caso finanziario oltre che tradizionalmente “esplosivo”, incarnato dal nemico di sempre, la Russia. Considerando la tempistica e non credendo alle coincidenze (vedi quanto accaduto in Ucraina) non mi stupirei che si tratti di un film su commissione. Lo scopo della propaganda è giustificare e propagare la paranoia di massa, la paura diffusa, in modo che così si legittima la guerra preventiva e lauti investimenti nel settore militare e dell’intelligence. Da questo corto circuito o circolo vizioso non riescono proprio a uscire. In questo spot pubblicitario antirusso abbiamo un Kevin Kostner invecchiato e paternalistico (ma sempre fascinoso) che interpreta un direttore dipartimentale della CIA, un Chris Pine che sembra un boy scout bamboccione che sorride (come affermato anche in alcune scene) che dovrebbe essere un improbabile agente analista finanziario, suo malgrado anche operativo (ancor più improbabile) ed una Keira Knightley anoressica che fa la parte della fidanzata gelosa del boy scout, che quando scopre che non la tradisce con altre donne ma è un agente CIA ha un liberatorio orgasmo patriottico e si trasforma in una superagente infiltrata. Dobbiamo rassegnarci, gli americani continueranno imperterriti a propinarci queste menate, i soldi non gli mancano, sono le idee veramente ispirate e libere congiuntamente alla capacità di approfondirle che scarseggiano
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