Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Un thriller di Ridley Scott. Michael Fassbender interpreta un avvocato statunitense, il quale è profondamente innamorato della propria donna, ed abituato a vivere negli agi, pur senza essere troppo appariscente. Può permettersi un alto tenore di vita grazie all'appartenenza ad una "filiera" della droga, che vede coinvolti uno stravagante ex-cliente abituato a vivere nel lusso, tra dimore prestigiose, Ferrari, animali esotici; la disinibita donna di lui, Malkina; un faccendiere abituato ad esprimersi in maniera sibillina. Quando un carico di droga sparisce, tutti sono considerati responsabili, e per primo proprio l'avvocato, che aveva un ulteriore legame - quasi casuale - con uno dei trafficanti. Il "cartello" - quasi un'entità astratta, del quale non si vedono mai i capi - intraprende una serie di azioni spietate contro i personaggi, colpendo l'avvocato tramite la compagna, la quale, s'intuisce, fa una brutta fine. Mentre l'avvocato si macera nel dolore, e altri membri del gruppo vengono eliminati, il responsabile della sottrazione del carico trionfa. Il film è molto lento; il regista ha la possibilità di delineare in profondità le caratteristiche dei personaggi, in particolare del protagonista, molto ben interpretato. L'avvocato è nel giro della droga per garantire il proprio benessere, che condivide con la propria donna, verso la quale sembra nutrire una sorta di venerazione; è da subito chiaro - perchè i comprimari, interpretati da Javier Bardem e Brad Pitt, lo fanno capire nitidamente - che il protagonista è in un giro molto pericoloso, ma egli sembra sottovalutare la cosa, probabilmente giustificando le proprie azioni con la volontà di rinsaldare i legami con la donna amata. La realtà gli piomba addosso all'improvviso, come un macigno; ed egli ne finisce travolto, mentre chi, evidentemente, è un miglior conoscitore dell'animo umano, sa come manovrare persone e cose per raggiungere i propri scopi. Lo spettatore che attende che "il cerchio si chiuda" (leggasi : lieto fine), rimarrà deluso. In questa vicenda trionfano cinismo, avidità, nichilismo. Non c'è spazio per alcuna consolazione; nel mondo in cui si è insediato il protagonista, chi non è abbastanza duro (e l'avvocato non lo è, ha molti punti deboli, primo dei quali l'amore verso la compagna) è destinato a soccombere. L'appunto che muovo al regista è l'eccessiva prolissità. Buona parte del film è occupata dai dialoghi; il ritmo è decisamente smorzato. Tanti aspetti della vicenda - ad esempio i ruoli che precisamente ricoprono i personaggi della "filiera" - rimagono oscuri. Le stesse tematiche non sono particolarmente originali, molti elementi del film - tra cui alcuni personaggi un po'"fuori di testa" ricordano il cinema dei fratelli Coen. Sembra che con una conclusione amara, il regista voglia spiazzare lo spettatore, e in parte riesce; ma scegliendo la facile via della negazione di ogni valore, là dove si potevano inserire degli spunti che suggerissero l'"emenda" dei personaggi.
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