Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Il nuovo flik di Scott fa flop alla grande con un mitragliamento inarrestabile di dialoghi vuoti, ritmo inesistente, storia poco coinvolgente e scelta degli attori parecchio discutibile.
Il primo tempo è davvero orrendo ed annoia noiosamente la mente e cosa imperdonabile introduce malamente una serie di personaggi di scarso spessore, l'unica ad avere un carisma che colpisce è una Cameron Diaz monosillabica e misteriosa che mostra senza patemi le sue belle rughe di ultraquarantenne e due bei trampolini tacconati davvero da paura con i quali dimostra che magari non reciterà mai il ruolo della donna gatto ma quello della donna pesce gatto le è venuto proprio bene e il suo balletto ventosa sulla Ferrari è l’unica cosa che si rammenta prima dell’intervallo.
Scott trafficheggia alla Soderbergh a Ciudad Juarez e le riprese ampie di questo enorme cittadone sulla linea di demarcazione fra il vecchio e il nuovo Messico sono l’unica cosa che mi sia piaciuta in questo ibrido fra thriller ed action la cui unica trovata narrativa è la presenza invisibile di spacciatoroni messicani che hanno solo alla fine un volto ben delineato sui baffetti di Ruben Blades capace in pochi minuti di sistemare ben benino un Michael Fassbender protagonista per caso che in questo film è davvero un caso di amarissimo miscasting perché non ce lo vedo come avvocato sofisticato delle cause perse e non ce lo vedo piagnucolante e senza midollo in un secondo tempo che ha il pregio almeno di aprire le pupille con qualche scena d’azione movimentatella con Bardem che esce dal film a cazzo di giaguaro esattamente come c’è entrato visto che la parte del corpo più espressiva del suo body sono i capelli mentre di Prad Bitt è il cappello: il primo spiega il funzionamento del cordino metallico nella garrota e il secondo fa vedere come funziona in una scena truculenta con fiotti di sangue per le vie di Enbankment, li si che gli occhi si svegliano veramente se si ha lo stomaco forte per osservare ma ormai mancano cinque minutini cinque e si sospira per i titoli di coda che chiudono un film davvero dimenticabile in cui ci si emoziona veramente a lampi ma si fa in tempo ad accorgersi di una luce accesa a bordo pista che un cavo ti taglia l’entusiasmo dalla testa.
Aspettatevi qualche chiarimento su cosa stia davvero accadendo solo dopo essere andati al bar a prender le m & m’s perché la prima parte è un crogiuolo di mollette testicolari puntate virtualmente sulle mie palle ma formalmente su quelle del procuratore Fassbender che piange a profusione sopra un film che non mi ha lasciato niente se non un grosso prurito sotto le mutande e la certezza che Scott non tornerà più a fare perle di cinema come nei primi anni ottanta.
SV.... nel senso che non c'è, altro difetto madornale
Conosce il mestiere non c'è dubbio ma lo script e la storia fanno schifo.
Protagonista elegante ma moscio e descritto anche male...come tutti del resto
Senza alcun momento da ricordare... forse quando scompare
Non condivide mezza inquadratur con la mogli Penelope e il suo personaggio è proprio un pupazzo
L'unico personaggio di spessore recitato da un bella patata con molta personalità
Ha la scena più memorabile ma il suo ruolo sa di già visto
Ganz? El segna semper lù
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