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The Counselor - Il procuratore

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su The Counselor - Il procuratore

di amandagriss
8 stelle

Ghiaccio secco: alla vista gelido, al tatto bollente, fino a bruciare.
Il procuratore è proprio questo, un’opera in cui la forma levigata, elegante, pulita, nitida, patinata e glaciale racchiude il cuore pulsante, marcio fetido e purulento, di un’umanità febbricitante e malata, protesa oltre la deriva morale, che ha messo alla porta scrupoli, emozioni, sentimenti, altruismo e condivisione. Egoisticamente spregiudicata, si aggira nel mondo costantemente con la bava alla bocca, avida di possesso, controllo, accumulo oltremisura. Concentrata esclusivamente sul proprio personale tornaconto, senza batter ciglio, falcia chi o cosa finisca con l’interferire nel raggiungimento dei propri abbietti obiettivi (tradotti in milioni e milioni di dollari) riservandogli una fine inesorabile, che non prevede appello, ripensamenti, nessuna mano tesa che scongiuri un destino già (di)segnato e abbondantemente avviato tempo addietro, quando una determinata scelta ha messo in moto un gioco pericoloso e spietato di cui è saggio conoscerne a fondo le regole, per contemplarne il potenziale distruttivo, calcolarne i terribili rischi, gli irreversibili danni. E misurarsi coraggiosamente con esso, comprendere se si è in grado, per indole, di farne parte o meno, di tener testa alle inevitabili estreme conseguenze. Andare fino in fondo……
Film labile, evanescente quasi impalpabile, che come il ghiaccio secco tende a sublimare. Lascia spaesati, attoniti, incerti, spiazzati, incompleti. L’ottima sceneggiatura firmata Cormac McCarthy -con dialoghi da imprimere nella memoria- ne è il robusto asse portante: magnifica nel tratteggiare con raggelante cinismo la ”verità fredda” di un’umanità imperfetta, consapevole di aver smarrito la strada maestra, per questo smembrata e senza più senso. Che se da un lato soccombe, dall’altro aggredisce, facendosi agile e ammaliante predatrice fra gli esemplari più spietati e famelici che la natura conosca. Mossa dal primitivo istinto ferino di prevaricazione e sopravvivenza, affinato da un’astuzia intelligente ed un gusto sadico e perverso della caccia fine a se stessa; condizioni utili a rendere il gioco del gatto con il topo un’attività in continua evoluzione, stimolante e soddisfacente per chi la pratica, assolutamente affascinante per chi sta seduto comodamente in poltrona a guardare.
Da vedere e rivedere.
 

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