Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Un anziano trova una donna riversa a terra. La porta a casa sua e comincia un dialogo in cui lei spiega la sua vita da ninfomane.
Parole su parole, intervallate da scene di sesso esplicite (eppure la versione in oggetto è edulcorata, addirittura non condivisa da Von Trier seppur approvata). Un film molto bello sul piano estetico, ma frutto di scelte, come al solito quando si tratta del regista danese, personali e spesso poco comprensibili. Un film che non significa niente, perché è un semplice accozzaglia di fellatio, rassegne di peni, masturbazioni e record di prepuzi, il tutto alternato a metafore incomprensibili, scene poetiche, fideismi ed allegorie. Un film fatto per voyeuristi e curiosi, per i ragazzini brufolosi in crisi ormonale e ovviamente per se stesso: Von Trier riesce a scandalizzare, per cui fa parlare di sé. E tanto gli basta. È diventato il suo scopo.
Troppo forzata l’idea della metafora del cinema o altre interpretazioni: semplicemente lo stile fagocita gli intenti. Ed ogni film di Von Trier pare uguale a se stesso. Tra la strada tortuosa del sotteso e quella sbrigativa dell’esplicitazione Von Trier sceglie quest’ultima. È come scrivere un articolo giornalistico buono, ma non avere riscontro perché non si sa scegliere le immagini di contorno mentre c’è qualcuno che tiene una rubrica acclamata solo perché infarcita di parolacce e presentata con immagini anche ingiustificatamente oscene.
Tutte le stronzate pseudo-teoretiche, le metafore mistiche, sono il pietoso tentativo di giustificare un film mediocre, la cui genesi è probabile sia stata realizzata al contrario: scegliendo prima gli attori, belli e prestanti, poi girando le scene più esplicite, infine rabberciando il tutto col tentativo di dare un significato al tutto. Forse non è andata così, ma è ciò che sembra.
Il film, che dura nel complesso tra le 4 e le 5 ore e mezza, è stato distribuito anche in due volumi nella versione televisiva. Chi cerca un’opera cinematografica seria guardi altrove: quattro immagini di sesso esplicito e due paroline ad effetto non bastano per fare un film.
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