Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Per comprendere questa farsa, si può partire dal fondo, da una delle ultime frasi di Joe, ovvero "riempi tutti i miei buchi". Ah, leggiadrìa e poesia, sublime coito fra Bach, citazioni colte e masturbazioni. Non scherziamo. Questo pasticciaccio del grande danese, in declino costante, purtroppo, ha solo la scandalositá di essere enormemente noioso e presuntuoso, involontariamente ridicolo e, pecca ancor più grave, finto e furbo. Il suo cinema c'è e si vede, il suo particolare utilizzo della macchina da presa, del montaggio, gli attori s'impegnano, ma è il contenuto che è una balla, un'enorme stupidaggine, costruita ad hoc per irretire, scandalizzare, sfogare i propri istinti di uomo in grave crisi d'identità. Dico questo amando profondamente il Cinema di Lars Von Trier, che già dal brutto "Melancholia" aveva cominciato a scricchiolare. Nessuna empatia mi è scattata con questa Joe o con l'improbabile, assurdo, confessore. Un viaggio in capitoli, fra il cuore e la vulva, con il primo relegato a specchietto per le allodole e la seconda che funge da costante mannaia, troncando qualunque tipo di profondità o introspezione. A sua discolpa, si può dire che la distribuzione l'ha spezzato in due parti e, chissà, forse guardando il secondo capitolo, qualcosa potrebbe essere riscattato. Non oso, però, immaginare cosa sarebbero state quattro ore di questa roba. Un qualunque misero film porno, ha più verità di questa puttanata.
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