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I predatori dell'Arca perduta

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su I predatori dell'Arca perduta

di Maciknight
4 stelle

Un filmetto spettacolare ma anche datato, con alcune scene divertenti e con una narrazione condotta arbitrariamente e con forzature fumettistiche, un giocattolo made in USA ricco di ingredienti che compensano una sceneggiatura lacunosa ed approssimativa

A suo tempo era un film memorabile che coinvolgeva ed entusiasmava, uno spettacolo con tutti i crismi per avere successo, divertendo per il suo contenuto di humour ed il ritmo incalzante, i contenuti di suspense ed avventura a tutto campo. Oggi risulta inevitabilmente datato, siamo noi che siamo diventati più pretenziosi e smaliziati, più critici ed analitici, m è anche il percorso cinematografico che è variato, non fosse altro che per la tecnologia che ha fatto progressi notevoli e per la professionalità raggiunta dal settore. Oggi quindi, pur non avendo perso nulla in spirito di avventura, fantasia e maestria, è inevitabile cogliere l’assoluto arbitrio con cui la narrazione avviene, senza alcun rispetto del realismo, contesto storico, coerenza, attendibilità, credibilità, opportunità, ecc.. Le scene d’azione lasciano parecchio a desiderare, in particolare gli inseguimenti, gli scontri a fuoco e le lotte corpo a corpo, sono troppo approssimativi e forzati, a tratti maldestri, come fossero di secondaria importanza. La preoccupazione primaria degli autori evidentemente non era il realismo ma l’efficacia spettacolaristica, anche a rischio spesso di cazzeggiare, edi conseguire un risultato finale che appaghi i desideri indotti nel pubblico, che devono aver supposto essere di bocca buona (azzeccando le previsioni), mentalmente prepuberale, come lo siamo stati tutti all’epoca, non fosse altro che per ragioni anagrafiche. Anche la dinamica delle azioni non ha alcuna credibilità (come durante gli scavi in Egitto, sotto il controllo dei militari tedeschi e la fuga di Indiana Jones e della sua bella dalla trappola sotterranea in cui erano stati relegati).

Tutto è finalizzato strumentalmente ed arbitrariamente all’epica dell’archeologo avventuriero, una specie di supereroe dei fumetti anche se molto umanizzato e quasi ridicolizzato rispetto a quelli della Marvel (giusto per renderlo più simpatico), con la spalla femminile che naturalmente è simpatica ma anche immancabilmente imbranata, perché secondo i canoni deve svolgere un ruolo da femminuccia per essere continuamente salvata dal suo eroe, in un rassicurante rapporto di amore odio. Gli americani sono sempre stati maestri nel servirsi di mitologia e storia (frutto di culture altre di cui fare scempio) come strumento di spettacolo per fare soldi a palate appagando le aspettative del pubblico che vuole evadere senza pensare. Un filmetto ancora godibile, se lo si considera un fumetto fantasy, ma appena sufficiente.

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