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I predatori dell'anno Omega

Regia di David Worth vedi scheda film

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La recensione su I predatori dell'anno Omega

di giurista81
4 stelle

Prodotto poco conosciuto che segna praticamente la fine del post atomico italiano. L’opera, pur presentando una sceneggiatura sgangherata e priva di ogni originalità, si segnala per una regia all’altezza della situazione che non fa rimpiangere i maestri del genere. Dietro alla mdp troviamo una sconosciuta Ivana Massetti (alias David Worth) che dimostra di aver appreso appieno le lezioni impartite da Enzo G. Castellari (da cui sembra ispirarsi), regalando una regia altamente spettacolare. Aldilà del lavoro dietro alla mdp, si segnalano delle discrete coreografie e una fotografia più che sufficiente curata dall’esperto Giancarlo Ferrando. Fa il possibile anche Antonello Geleng alla scenografia, mettendo la sua firma soprattutto nella scena sotterranea in cui i protagonisti si imbattono con dei mutanti-zombi.
Passando alla sceneggiatura si evidenziano le tristi note. Lo script, infatti, copia da decine di prodotti tra i quali risultano palesi i riferimenti ai “Nuovi Barbari” (da cui, così ad occhio, si rubano anche alcuni set), a “Mad Max 2” (inseguimenti e sparatorie per le strade deserte), ma anche alle serie tv “Supercar” (al posto dell’auto parlante, qui c’è la moto) e i “Visitors” (la citazione non è così esplicita, ma me li ha ricordati). Molte le buche narrative (ad esempio, i mutanti zombi da dove vengono fuori?) che rendono la sceneggiatura assai faragginosa e iper diluita con scontri fisici e smitragliate varie. Bruttissima la parte finale con i superstiti alla battaglia che cantano in coro come se si fosse in uno spot pubbliciario.
Mediocri le interpretazioni dove, stranamente, non si sfrutta la presenza di Fred Williamson. Non brilla Pleasence, così e così Gilty (ispira simpatia), catastrofica la Khambatta. Piccolissimo ruolo per Urs Althaus (conosciuto soprattutto per aver interpretato Aristotles in “L’Allenatore nel pallone”).
Male anche gli effetti sonori, appena sufficienti, invece, le musiche.
In definitiva un’opera povera di budget e di idee che sconfina spesso nel trash, ma che si segnala per alcune sequenze girate in modo assai azzeccato. Esclusivamente per i fanatiici del genere. Mediocre. Voto: 5+

Cosa cambierei

La sceneggiatura.

Su Robert Ginty

Suscita simpatia e poc'altro.

Su Persis Khambatta

Pessima.

Su Fred Williamson

Praticamente si limita a un cameo.

Su David Worth

Relativamente alla sola regia, riesce a sorprendere, rovinando però buona parte del suo lavoro per una sceneggiatura altamente mediocre.

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