Regia di John McTiernan vedi scheda film
Particolare ibrido di pellicola d’azione, horror & fantascienza del 1987, Predator riuscì a generare qualcosa di unico nel suo genere diventando istantaneamente un “cult” (forse) ben oltre ai suoi effetti meriti.
Diretto da John McTiernan rappresenta il suo maggior successo al botteghino pur vantando nella sua filmografia titoli come Trappola di cristallo, Caccia a Ottobre Rosso, Die Hard - Duri a Morire e Last Action Hero
L’anno precedente, il 1986, aveva debuttato alla regia con Nomad, piccolo e straniante thriller/horror metafisico con protagonista un Pierce Brosnan pre-007 e incentrato su una banda di punk nomadi sovrannaturali “barra” vampiri “barra” fantasmi che non aveva visto praticamente (quasi) nessuno ma che, incredibilmente, aveva attirato l’attenzione del produttore John Silver, vero e proprio demiurgo del cinema action/muscolare hollywoodiano.
Autori dell’idea originale (che partiva dalla premessa di un’improbabile incontro tra Rocky, il pugile interpretato da Sylvester Stallone, e un alieno) e quindi della sceneggiatura del film, inizialmente intitolato Hunter e poi cambiato nel più suggestivo (ma meno corretto) Predator, furono i fratelli Jim & John Thomas.
Precedentemente, nel 1979, Ridley Scott fu già precursore, con Alien, di una saga horror/fantascientifica che vedeva lo scontro tra umani e un essere alieno che mostrava, tra l’altro, premesse non poi così dissimili con quelle di Predator (primo tra tutte l’impossibilità di comunicare tra specie così diverse tra loro) tanto che, fin da subito, l’immaginario collettivo (e degli stessi addetti a i lavorii) configurarono le due pellicole come “sorelle”, favorendone poi le successive intersecazioni promosse inizialmente nei fumetti (della Dark Horse che deteneva i diritti di entrambi i personaggi) e proseguite poi in romanzi e al cinema, dopo un primissimo omaggio già in Predator 2, a partire dal 2004 con Aliens vs, Predator di Paul W.S. Anderson.
McTiernan riuscì ad avvalersi a livello tecnico di alcuni dei migliori professionisti del periodo, tra gli effetti speciali di Stan Wiston, vincitore di 4 Oscar e collaboratore di James Cameron (i due Terminator e Aliens) e di Steven Spielberg (Jurassic Park), e la colonna sonora di Alan Silvestri, con Robert Zemeckis nella saga di Ritorno al Futuro, che portarono il progetto a qualcosa di di più di un semplice B Movie.
Ambientato in una imprecisata giungla del Sud America (in una pellicola successiva ci si riferisce al Guatemala) ma che inconsciamente (o volutamente?) richiama il Vietnam, le riprese si sono effettuate in Messico e si sono rivelate un vero calvario per l’intera troupe, principalmente a causa di un clima tropicale e di una fauna ostile, tra difficili situazioni ambientali (e logistiche) e insetti feroci e con buona parte del cast a rischio malattia per virus estinti in Europa e America già da diversi secoli ma ancora presenti nella giungla messicana.
Con protagonista Arnold Schwarzenegger (i due si sarebbero poi ritrovati nel 1993 con Last Action Hero, pellicola zeitgeist dell’action anni’80 che entrambi avevano contribuito a plasmare) divenne un grande successo di pubblico (con 98 milioni di dollari d’incasso) e sebbene venga catalogato come horror/fantascientifico Predator é, come tutti i successivi film di McTierna e nonostante le sue varianti che strizzano l’occhio all’horror e alla fantascienza, soprattutto un film action muscolare in pieno stile anni’80 (con Rocky che incontra Rambo, Alien e, per come viene usato il Predator, anche Lo Squalo di Spielberg), figlia quindi di una sua idea ben precisa e impregnata di machismo e di continue battutacce di infimo ordine.
"Ho paura, Pancho"
"Che idiocia! Non ce uomo che te meta paura!"
"Laggiù c'é qualcosa in agguato... e non é un uomo!"
L’intenzione di McTiernan era mostrare come l’istinto per la sopravvivenza (e la paura) possano spingere l’uomo a regredire a uno stato primordiale abbassandosi a un livello quasi animalesco (il proprio Io più nascosto?), rinunciando ad ogni conquista di “civiltà” per recuperare al contrario i propri istinti più selvaggi e distruttivi (da predatore Alpha), ricoprendosi di fango e a urlando alla notte la propria sfida alla bestia trasformandosi a propria volta in un’altrettanta bestia.
Le epiche musiche di Silvestri scandiscono perfettamente i vari momenti della pellicola che alternavano la preparazione alla guerra, l’attesa per lo scontro imminente e scoppi improvvisi di estrema violenza (e in cui quasi niente veniva lasciato all’immaginazione) in un continuo susseguirsi di estrema tensione, il tutto perfettamente equilibrato.
A impersonare il Predator nei primi giorni di riprese fu chiamato Jean Claude Van Damme ma, considerando il suo ruolo probabilmente troppo marginale e ben poco visibile, abbandonò il set poco dopo l’inizio delle riprese.
Fu sostituito da Kevin Peter Hall, un colosso alto 2 metri e 20 centimetri, che compare anche nell’ultima scena del film nei panni dell’elicotterista e che tronerà, a interpretare il Predator, anche nel sequel del 1990.
Nel frattempo l’immagine iniziale del Predator viene profondamente modificata grazie ai consigli di James Cameron che portarono poi l’alieno ad avere il suo iconico (e definitivo) aspetto da insettoide rasta-style con outfit da guerriglia urbana e conseguente armamentario (comprendente invisibilità e autodistruzione incorporata) ad alimentare la sua insana passione per il collezionismo macabro (soprattutto di teschi umani).
Il Predator originale
Ma protagonista assoluto e principale artefice del successo del film é soprattutto Arnold Schwarzenegger, all’epoca all’apice della notorietà e della possanza fisica, l’unico in grado di incarnare, risultandone al tempo stesso credibile, il campione della razza umana e l’unico uomo sulla faccia della terra in grado di fronteggiare ad armi (quasi) pari il Predator.
Il regista se ne rende immediatamente conto e costruisce l’intero film sul suo vigore fisico, riprendendolo in continuazione come se fosse un semi-dio greco, un novello Ercole (che tra l’altro già interpretato nel suo debutto cinematografico) sceso sulla terra a difendere noi comuni mortali dal Mostro di un qualche poema epico
Tra gli altri interpreti Carl Weathers, direttamente da Rocky, Elpidia Carrillo, Bill Duke, Shane Black, Sonny Landham, Jesse Ventura e Richard Chaves.
Il film ha ottenuto una candidatura all’Oscar per i Migliori Effetti Speciali.
VOTO: 7,5
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