Regia di Yuen Woo-ping vedi scheda film
E’ un film cinese (non di Hong Kong, lo si vede per l’eccesso di propaganda patriottica contenuta) di notevole spettacolarità, com’è consuetudine, intriso di combattimenti acrobatici e frenetici, piroette circensi e svolazzamenti antigravitazionali. Per questo motivo ed anche per un’eccessiva ridondanza di atteggiamenti e sentimentalismo che per noi occidentali risulta troppo infantile nei protagonisti oltre che dosi massicce di violenza gratuita e scenografie oniriche e surreali, non va approcciato con razionalismo, altrimenti non lo si apprezza e si rischia di rinunciare alla sua visione completa. E sarebbe un peccato perché qualche merito lo possiede per le splendide ambientazioni, sia naturali che d’interni e per i costumi oltre che per la spettacolarità d’insieme. Sulla trama è sui testi è sempre meglio sorvolare, non sono il loro forte, ma le scenografie e quella che nella danza si definirebbe coreografia, spesso poetica, dobbiamo riconoscergli abilità e competenza. Il finale non è un granché, ricorda troppo altri film del genere già visti, ed è un neanche troppo dissimulato riscatto propagandistico patriottico antioccidentale, in cui gli occidentali sono descritti in maniera becera ed offensiva, accentuato dal fatto che il protagonista li elimina uno ad uno nonostante il suo stato alterato di coscienza da alcool. Per questo film, nonostante la simpatia che nutro in genere per i film cinesi, non mi sento di espormi nel ritenerlo valido, ma appena sufficiente.
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