Regia di Demofilo Fidani vedi scheda film
Dopo una nutrita serie di dozzinali spaghetti western realizzati con ritmi da catena di montaggio, Fidani tenta la carta del thriller sexy, di moda d'altronde in quel periodo, con questo A.A.A. massaggiatrice bella presenza offresi, il cui titolo fa pensare a tutto (a tutto quanto concerne la sfera della pornografia soft o hard, per lo meno), tranne che alla storia di un serial killer e di uno scaltro sbirro sulle sue tracce. Ma la componente erotica non manca in assoluto, anzi: la prima parte della pellicola somiglia più a una commedia licenziosa-porcellosa che ad altro; poi, come nello stile sconclusionato e grossolano del regista e sceneggiatore (insieme alla moglie Mila Vitelli), il film vira a casaccio dal rosa iniziale verso atmosfere gialle con qualche punta rosso sangue e un finale debitamente nero. Il risultato è ben altro che un composto arcobaleno: è piuttosto una tavolozza sporca e disordinata, nella quale fa brutta mostra di sè anche una serie di recitazioni amatoriali a tratti realmente imbarazzanti. Se si esclude il nome di Ettore Manni, di chiaro valore, e quello di Yvonne Sanson in una parte marginale, il resto del cast è raccattato alla bell'e meglio dalla serie B e C del cinema italiano contemporaneo: ci sono Hunt Powers/Jack Betts, Franco Ressel, Paola Senatore, Mario Valdemarin e l'immancabile ruolo centrale per Simonetta Vitelli/Simone Blondell, figlia del regista. La madre sopra citata Mila, inoltre, come sempre nelle opere del marito si occupa di costumi e scenografie; altro collaboratore consueto è Coriolano (Lallo) Gori, qui meno insipido del solito nelle musiche. C'è poco altro da dire: un intreccio semplicissimo, una risoluzione sbrigativa, un cast zoppicante: è il thriller alla Fidani. 2/10.
Una ragazza di buona famiglia si dà alla prostituzione, attirata dal guadagno facile. I suoi clienti però finiscono assassinati nel giro di pochi giorni; un astuto commissario si mette sulle tracce del misterioso serial killer.
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