Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Uno di quei prodottini realizzati in fretta e furia in quegli anni da un regista fra gli specialisti del genere (che, a dirla tutta, è un po' l'antenato del musicarello degli anni Sessanta); Canto per te è soltanto una modesta vetrina per le doti canore del tenore Giuseppe Di Stefano, raramente impiegato sul grande schermo, chiamato a sfoggiare la sua prodigiosa ugola in un pasticcetto a base di buoni sentimenti. Il film è molto simile nella sua struttura narrativa a un fotoromanzo, cosa che non sorprende certo, dato il periodo, con una sceneggiatura scritta da Roberto Gianviti, Leni Landi e dal regista; Marino Girolami nei primi anni Cinquanta girava la media di tre film all'anno e questo la dice lunga sugli standard qualitativi di tali opere. Oltre al melodioso protagonista centrale, nel cast troviamo anche Helene Remy, Alda Mangini, Ave Ninchi, Carlo Campanini, Franca Marzi e, in una particina, Galeazzo Benti; due futuri registi 'di genere' compaiono invece nella parte tecnica: la fotografia è infatti opera di Adalberto Albertini (che, con il nome di Bitto Albertini, girerà numerosi mondo movie e simili), mentre l'assistente alla regia è Romolo Girolami, fratello di Marino che diverrà noto con lo pseudonimo di Romolo Guerrieri. Sulla risibile portata della storia e sui dialoghi retorici, così come sul (doverosamente) telefonato lieto fine è inutile spendere parole. 2/10.
Un tenore in carriera si innamora di una ragazza che sta al banco dei pegni. Desideroso di liberarsi di una compagna che non ama più, l'uomo comincia a frequentarla; un altro spasimante della ragazza però convince quest'ultima del fatto che il tenore sia in realtà sposato. Chiarire l'equivoco sarà una questione di fiducia, amore e bel canto.
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