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La pietà di novembre

Regia di Valerio Zurlini, Lino Procacci vedi scheda film

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La recensione su La pietà di novembre

di mm40
4 stelle

I tormenti di Luca, un uomo ambizioso a un passo dalla mitomania, i cui punti di riferimento sono Lee Harvey Oswald, vale a dire il probabile assassino di John Fitzgerald Kennedy, e Shakespeare.


Il teatro portato in televisione non ha mai funzionato più di tanto; questo testo che pure reca la firma nobile di Franco Brusati è indubbiamente tra i meno adatti a essere traslati sul piccolo schermo. Non perché non funzioni la rappresentazione in sé, peraltro diretta da Valerio Zurlini, sul palco del teatro Politeama di Genova; è assolutamente ineccepibile l'operato della compagnia Proclemer-Albertazzi e sicuramente godibile in sala quanto rappresentato. Ma la tv, come è noto, ha ritmi, toni, recitazione, luci, spazi e geometrie del tutto differenti e non basta quanto fatto dal regista Rai Lino Procacci per dare vita a un prodotto appetibile per il pubblico domestico. Ecco perché La pietà di novembre funziona solo a tratti e, nel complesso, risulta effettivamente troppo statico, verboso e poco vivace: per i telespettatori del 1968 – quando il lavoro andò in onda – poteva forse avere qualche attrattiva, ma oggi le due ore e mezza di film in bianco e nero con una manciata di attori e scenografie ridotte all'osso sembrano seriamente un discreto mattone. Oltre ad Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi compaiono in scena Franco Castellani, Diana Torrieri, Renato Lupi, Maria Grazia Francia, Varo Soleri. 4,5/10.

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