Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
L'esordio alla regia di Nichols è un film che parte in modo lento, lento in modo abissale, lasciando però presagire un degenerare negli eventi nella splendida sequenza del funerale, un pezzo di cinema d'autore, che ricorda la sfida di un film western, con parole al posto delle armi. I tre protagonisti si muovono seguendo un ritmo silenzioso e decelerato, bizzarro e anacronistico, tra lunghe chiacchierate davanti a una birra, pescando, in giardino vicino alla tenda in cui il più giovane del trio si è accampato come un barbone; tra spazi aperti sconfinati dove non si muove animo umano, e nel microcosmo del proprio paese, luogo che pare essersi dimenticato di far parte di questo secolo. Son- protettivo fino all'autodistruzione(ne sono una prova i segni di proiettile che gli deturpano tutta la schiena), Kid immaturo e rabbioso, e Boy-che abita in un camper col suo cane, ed è l'unico a non voler entrare "in battaglia" o prendere parte ad un combattimento. Poco alla volta, il ritmo accellera, ma senza mai diventare frenetico: brevi istanti di violenza che si insinuano come un serpente nella narrazione per "mordere", consumandosi in azioni rapide e improvvise, rompendo la calma apparente, e risvegliando rancori sopiti sotto alla pelle, velenosi proprio come serpenti. Il film di Nichols, però, non parla di vendetta, e alla luce del finale nemmeno di redenzione. Parla di odi e rancori nutriti da ferite di altri, e soprattutto della propria famiglia: eredità di sangue che distruggono la possibilità di crescere e vivere, e legano le persone a "mostri" che neppure gli appartengono, minacciando in questo modo anche le successive generazioni. Parla di "fantasmi". Quelli che non si possono esorcizzare con un crocefisso o una preghiera, ma che vivono direttamente nella carne dei propri figli, e trovano cura solo quando vengono davvero sepolti. Rimane emblematica, tuttavia, la figura del padre attorno cui tutto il dramma si consuma(e che noi conosciamo solo attraverso i fantasmi dei figli): uomo brutale e dissoluto che abbandona i propri bambini e li espone al rischio della fame e della violenza(ne porta addosso i segni Son); uomo cristiano e fedele che cresce 4 nuovi figli inseriti e rispettati(ma che tuttavia non esitano a compiere il primo atto di violenza...a iniettare il primo veleno...). Cast di attori sconosciuti(a parte Shannon) molto bravi e in parte, che rispecchiano con credibilità il mondo che rappresentano. L'affascinante Michael Shannon, come sempre-inutile dirlo- bravo da non credere.
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