Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Son, Boy e Kid sono i figli di primo letto di un padre ubriaco e violento che ha abbandonato loro e la prima moglie per risposarsi con un'altra donna, creandosi una nuova famiglia e divenedo un membro stimato e timorato di Dio della comunità in cui vive. Quando questi muore, il rancore e i dissapori tra le due fazioni contrapposte di fratelli genera una faida familiare drammatica e cruenta che rischia di sconvolgere il loro futuro e quello dei loro cari.
Sulle tracce di un cinema 'sociale' che si staglia sugli sconfinati orizzonti delle piantagioni di grano e cotone dell'Arkansan e si addentra nelle violente contraddizioni di una provincia americana profonda e rancorosa, il buon esordio del giovane Nichols riscrive i codici del dramma familiare secondo l'epica minimalista di un cinema che si sposta tra il realismo dei caratteri e delle situazioni e l'intimismo di caratterizzazioni psicologiche che vibrano del dolore e della disperazione di esistenze alla deriva, in cerca di un punto di riferimento etico e sentimentale che,come nella splendida canzone che accompagna i titoli di coda ('Hold me close' di Ben Nichols), non potrà trovare riscatto nemmeno nell'amore. Certo debitore tanto di un'epica del cinema western come 'nuova' e sconfinata frontiera di una tragedia sociale risolta 'a colpi di fucile' quanto di una vocazione realista iscritta nelle radici stesse del cinema americano, il film di Nichols si muove sottotraccia, spostando le tensioni ed i conflitti che animano questa escalation di rancore e ritorsione, come un fiume carsico che attraversa la storia e celando agli occhi dello spettatore, dietro il paravento di azioni fuoricampo e abili geometrie del montaggio, la rappresentazione stessa della violenza e del sangue, quasi a rimarcane l'insensatezza ed il potenziale distruttivo. Un cinema come dicevamo, animato dalle contraddizioni culturali ed etiche dell'America profonda dove le vite degli uomini si rivoltano nelle alterne stagioni della loro esistenza e dove la legge biblica dell'"occhio per occhio, dente per dente" è l'unico codice che riesca ancora a regolarne i rapporti; individui, come sono,lacerati e divisi tra amore e odio, tra perdono e vendetta, tra le speranze del futuro ed i fantasmi del passato, smarriti nel loro ruolo di figli e consapevoli della loro responsabile paternità. Forse eccessimanete ingenuo e compresso nelle articolazione del linguaggio cinematografico (per una volta la misura contenuta del lungometraggio pare un limite) ma misurato nella ricerca di una accorata simbologia sociale (filiazione,paternità,fratellanza), ha momenti di toccante verità umana e generosi slanci di un sincero lirismo, scandito dalla stupenda fotografia di Adam Stone e le trascinati liriche di Ben Nichols e Lucero. Vincitore del premio per il Nord America al Tribeca Film Festival 2007. Ovviamente buona la prima.
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