Regia di Gabriel Axel vedi scheda film
Molto bello questo film, e lascia lo spettatore con la pace dentro. Comunica un senso di compimento, perché fa vedere la chiusura dei sospesi, il ritorno amichevole del passato, e un parziale recupero delle occasioni perdute. Dio sembra esercitare la sua misericordia su un gruppo di persone che in vari modi e per vari motivi hanno fatto errori nelle loro vite, e la sua mano compassionevole sembra ricomporre un quadro che ha l'immagine spezzata, e scoprire certe sue parti nascoste dai detriti del passato.
Babette sembra essere mandata dalla Provvidenza a rivitalizzare una comunità luterana mumificata, che ha perso la gioia di vivere e disprezza anche i piaceri più innocenti, come quello del cibo, e disprezza persino l'amore tra uomo e donna. La catena di eventi per i quali lei giunge nel villaggio e quelli con cui si arriva al fatidico pranzo se da una parte possono sembrare un susseguirsi di casualità, hanno il volto secondo me di nuovo della Provvidenza. In tal modo, poi, vengono ricondotte assieme due persone che erano fatte l'una per l'altra, e che infatti trovano conferma dopo tanti anni del sentimento che un tempo nacque, ma che fu soffocato da un malinteso senso religioso e da un padre in fondo egoista. Voleva le sue figlie per sé, non pensava al loro diritto di vivere la loro vita, e ne fece due zitelle. Il ritrovarsi di una di loro col generale è amaro e dolce allo stesso tempo: ormai hanno i capelli bianchi, ed è passato il fiore della giovinezza, ma il sapersi ricambiati nei loro sentimenti è in qualche modo loro di consolazione. Anche altri fili spezzati e sfuggiti di mano vengono riuniti da Babette e dal suo pranzo.
Qualche volta una bella mangiata tutti assieme scioglie tanti nodi, restituisce la gioia di vivere a chi volontariamente se n'è privato, e riporta pure la pace dove c'era la discordia. Gabriel Axel dà spazio anche ad un sottile e indovinato umorismo: durante il pranzo il generale fa commenti sulla bontà del cibo, ma i membri della comunità, timorosi di dare al mangiare più importanza che allo spirito, cambiano ogni volta discorso in modo goffo e ridicolo. Il regista riesce in generale a girare un bel film profondo, semplice, senza supponenza, in anni in cui il cinema d'autore europeo era noioso e pesante, e narra con naturalezza e senza enfasi una storia che pure riesce ad essere forte ed intensa. Molto bella la scena dei vecchi della comunità che fanno il girotondo attorno al pozzo, sotto il cielo stellato. Astengansi animalisti e vegetariani. PS: è il film preferito di Papa Francesco.
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