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Il pranzo di Babette

Regia di Gabriel Axel vedi scheda film

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La recensione su Il pranzo di Babette

di alan smithee
9 stelle

locandina

Il pranzo di Babette (1987): locandina

MUBI

Su Mubi è possibile recuperare Il pranzo di Babette, uno splendido film tratto da un racconto di Karen Blixen (l’autrice dell’ancor più noto La mia Africa), vincitore a sorpresa, ma assai meritatamente, dell’Oscar al miglior film straniero nel 1987.

Diretto con grazia e mestiere dal bravo cineasta danese Gabriel Axel, il film ha avuto anche il merito di riportare alla ribalta la nota attrice francese Stéphane Audran, davvero stupenda, ex moglie di Jean-Louis Trintignant e compagna di vita e artistica del grande regista Claude Chabrol.

La cuoca parigina Babette Harsant, dopo aver perso il figlio e il marito durante i moti rivoluzionari che seguirono alla autogestione della Comune di Parigi del 1871, si trova costretta a mettersi in salvo fuggendo in un villaggio sperduto dello Jutland, accolta da due anziane sorelle figlie di un pastore protestante, grazie alla raccomandazione di un anziano spasimante di una delle due.

Costoro hanno deciso di votare la loro vita alla castità ereditando la direzione della locale comunità religiosa del piccolo borgo di pastori.

La nuova arrivata francese viene assunta come governante e cuoca, e con la dinamica organizzazione messa a punto dopo il suo arrivo, effettivamente tutto pare funzionare al meglio entro quella comunità, al punto che Babette riuscirà presto a guadagnarsi una certa influenza nei riguardi delle due signore danesi.

Stéphane Audran

Il pranzo di Babette (1987): Stéphane Audran

Il giorno in cui inaspettatamente giunge a Babette la notizia della vincita di ben diecimila franchi alla lotteria, a cui partecipò tempo prima senza nemmeno ricordarsene, la donna, anziché lasciare in fretta e furia quella terra fredda ed inospitale , decide di manifestare la sua riconoscenza nei confronti delle sue due padrone di casa, organizzando  per le donne e alcuni conoscenti della comunità, un sontuoso pranzo, in grado di confutare finalmente i sospetti che la domestica fosse in Francia una cuoca sopraffina ed esclusiva.

Nel corso del sontuoso convivio, emergono poco per volta passioni e sentimenti che fino a quel momento parevano sopiti, agevolati a manifestarsi da quella particolare perfezione dei piatti, in grado di ispirare l’animo nel profondo, aprendo i convitati ad una armonia che nasce dalla materialità di un cibo sopraffino, per trasferirsi nell’animo di tutti gli invitati.

Sopendo definitivamente antichi rancori mai sedati, e portando quella piccola comunità a raggiungere uno stato di perfetta armonia e pace.

Il raggiungimento della perfezione, il sentimento di riuscita e di completezza, sono sensazioni che appagano il corpo, prima di tutto, ma non meno anche la mente, e sublimano l’arte che riesce a rendere palese quel sentimento di compiutezza d’animo che rende piacevole l’esistenza.

Gabriel Axel riesce a cogliere nel segno il messaggio che sta alla base del bel racconto di Karen Blixen, e dà vita ad un film che, poco per volta, cattura il pubblico riuscendo a trasformare un piacere tutt’altro che concettuale, in un modo per riuscire ad avvicinarsi a quella perfezione divina che nessuno, di primo acchito, riuscirebbe mai ad accostare ad un piacere dai risvolti quasi carnali come è il mangiare.

Stéphane Audran, Birgitte Federspiel

Il pranzo di Babette (1987): Stéphane Audran, Birgitte Federspiel

scena

Il pranzo di Babette (1987): scena

Splendido il personaggio della protagonista Babette, a cui la grandissima interprete Stephane Audran conferisce corpo fiero, per quanto soffocato di vesti e sottovesti necessarie ed indispensabili per proteggersi da un clima impervio locale che non concede sconti a nessuno.

Magnifica la lunga scena della preparazione concitata del banchetto, a cui segue un risultato che riesce a lasciare di stucco persino lo spettatore, quanto a meticolosità della concezione e alla estrema brillantezza dei risultati ottenuti.

D’altronde l’arte, in qualsiasi campo essa si misuri e si rappresenti, riesce, più di ogni altra disciplina, a portare chi riesce a comprenderla e ad apprezzarla, ad uno stadio di soddisfazione che porta alla via dell’estasi.

Il pranzo di Babette riesce a trasferire le sensazioni che meticolosamente racconta e rappresenta, direttamente sullo spettatore, portandolo a percepire in modo dettagliato i termini di questa divina soddisfazione del corpo e dell’anima, facendogli percepire il senso di compiutezza tipico del prodotto artistico più riuscito e ispirato.

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