Regia di Roger Corman vedi scheda film
Buon horror Corman/Poe (ma non il mio preferito), anche se è giusto rilevare che del racconto dello scrittore americano non c'è quasi nulla, se non il pendolo stesso (ma già il pozzo è diverso...) e il discorso sull'inquisizione. Anzi, questa nel film viene insistita parecchio, benché in modo vago e distorto. Non si fa una parola di eresie o stregonerie, ma viene mostrato un continuo e forzoso parallelo tra cattolicesimo e torture, specie nelle scene dove le inquadrature dell'altare e della cappellina vengono alternate a quelle degli strumenti di supplizio. Anzi, essi vengono presentati come mezzi che uomini pazzi e sadici usavano per punire gli autori dei peccati più gravi come l'adulterio... Ma questo discorso ci porterebbe lontano.
A differenza di altre riduzioni da Poe di Cormam, qui, in fondo, manca l'elemento fantastico a favore di quello giallo. Quello che non manca è l'orrore, prodotto dall'efficace ambientazione lugubre e tetra e dalla "solita" tematica che tanto ossessionò Poe: cioè l'incubo di essere sepolti vivi. Questi si possono poi definire film di regia: da dove infatti scaturirebbe l'orrore senza quelle inquadrature, quei carrelli, quelle luci e scenografie?
Bravo come sempre Price, perfetto come uomo oscuro, tormentato e misterioso (così viene definito anche nel film...), ma riesce un po' sbiadita l'attrice che interpreta la sorella, e un po' troppo statico e monolitico John Kerr (il fratello della "morta"). La Steele, diciamolo, fa solo da "guest star", o ospite d'onore che dir si voglia. Viveva ancora di rendita per il suo ruolo ne "La maschera del demonio" di Bava.
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