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Patisserie Coin de Rue

Regia di Yoshihiro Fukagawa vedi scheda film

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La recensione su Patisserie Coin de Rue

di OGM
8 stelle

I dolci di questa pasticceria di Tokyo sono a dir poco deliziosi. E sono inquadrati con quel gustoso scrupolo da documentario gastronomico, che istantaneamente stuzzica l’immaginazione del palato. Del resto anche torte e pasticcini hanno un’anima. Yuriko, la titolare del locale, insegna ai suoi dipendenti che il sapore è il risultato di una precisa miscela di ingredienti e di una rigorosa successione di gesti, perché la perfezione nasce da un delicatissimo equilibrio. La psicologia di quegli artistici composti di farina, uova, creme e frutta è complessa e misteriosa come la ricetta della felicità. È difficile imboccare quella sottile via di mezzo tra la rassegnazione e la tenacia, che guarda nella giusta misura al passato ed al futuro, senza eccedere nel rimpianto, né scivolare nell’avventatezza. Natsume giunge nella capitale dall’estremo sud del Giappone. È una ragazza di campagna, che crede di avere esperienza per il fatto di aver sempre dato una mano nel negozio dei suoi genitori. È davvero convinta di avere saldamente in mano la propria vita, compreso quel fidanzato che, partendo, le ha scritto una lettera d’addio di cui lei si ostina a non capire il reale significato. La loro storia è finita, ma lei non ne vuole prendere atto e viene a cercarlo, a chilometri di distanza, sul posto di lavoro da cui lui, nel frattempo, si è licenziato.  La sua decisione di restare, di non tornare a casa fino a che non lo avrà ritrovato, è il presupposto sbagliato di una storia che si presenterà subito travagliata, però finirà per risultare più che mai giusta e necessaria. Natsume ha bisogno di imparare ad effettuare scelte consapevoli e a porsi obiettivi realistici, affrontando tutte le rinunce ed i sacrifici che ciò comporta. La strada per lei sarà tutta in salita, in cucina come nella vita di relazione, ma la determinazione l’aiuterà ad andare incontro alla fortuna. Il punto di non ritorno è un concetto che ancora non conosce, e con il quale, invece, dovrà fare i conti, impegnandosi per trasformarlo nel punto di partenza di un discorso nuovo. La sua incapacità di ricominciare daccapo, ben inteso, non è un limite dovuto alla sua età acerba, o alla sua mancanza di istruzione. È una debolezza che può colpire chiunque, anche un uomo maturo ed affermato come Tomura: un grande chef, di fama internazionale, che un giorno si è reso involontariamente complice di una tragica fatalità, e da allora non ha più avuto la forza di andare avanti. In quel momento ha messo a tacere i propri sentimenti, primo fra tutti la sua passione per l’arte culinaria, trasformandosi in un distaccato critico e compilatore di guide e manuali. Il suo rifugio è giudicare l’operato altrui, ma da esterno, senza parteciparvi attivamente, ed, in particolare, senza provare alcuna pietà per le vittime delle sue stroncature. L’anima, ridotta per autodifesa all’insensibilità, deve riprendere a soffrire per le cose presenti e vive, in modo da poter essere nuovamente raggiunta dall’amore. C’è un dolore che  si manifesta in una preoccupazione costruttiva, rivolta al domani, che fa male ma persegue uno scopo concreto. Natsume e Tomura lo scopriranno insieme, lasciandosi alle spalle il ricordo di ciò che non più essere cambiato. Con Patisserie Coin de Rue il regista giapponese Yoshihiro Fukagawa firma una commedia originale e profonda, semplice ma non banale, in cui la via del cuore passa attraverso lo stomaco, anche quando questo è chiuso o stretto nel rifiuto, perché a saziarlo basta la gioia del piacere altrui.

 

 

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