Regia di Dino Risi vedi scheda film
Un titolo divenuto proverbiale,incassi alti e un seguito prodotto quasi a ruota,"Poveri ma belli",nel solco del "neorealismo rosa",fu uno dei primi grandi successi di Dino Risi,lanciò giovani stelle come Marisa Allasio,Renato Salvatori e Maurizio Arena,e si impose come un punto di riferimento della commedia all'italiana sentimentale e che non perdeva d'occhio la vita quotidiana delle masse che accorrevano nelle sale a ritrovare momenti e ambienti a loro assai comuni.Il duo di amici per la pelle Salvatore e Romolo,che tirano a far giorni lavoricchiando,uno dallo zio che usa il negozio di dischi come vero e proprio scannatoio,l'altro come bagnino più intento a fare il filo alle nuotatrici che a salvare i bagnanti in una piscina,si ritrova,nonostante il legame ferreo che li unisce,ad azzuffarsi,farsi i dispetti e le marachelle per i favori di una bella bionda,figlia di un sarto,la quale dà un colpo al cerchio e una alla botte,addirittura fissando in contemporanea con i due giovanotti,chiaramente all'insaputa uno dell'altro,per farsi portare fuori.Risi azzecca il passo,le battute e il gioco di squadra di un cast fresco,energico e che non perde occasione di ammiccare al grande pubblico(più simpatico,tuttavia,Salvatori che Arena),pur,come si è detto,non trascurando l'occhiata sociologica,apparentemente superficiale,ma più reale di tanto altro cinema,e i momenti in cui "Poveri ma belli" invita con successo al sorriso,sono diversi.Quel che non convince è come si risolve la commedia,con la bellissima Marisa Allasio (all'epoca quel che si può definire un vero e proprio "schianto di ragazza") che,dopo aver fatto ammattire i due playboy "de borgata" china la testa e ritorna entusiasticamente assoggettata al per nulla simpatico vecchio fidanzato,infido e falso,che ha il viziarello,per niente piacevole,di alzare le mani e vantarsene pure (addirittura rinfaccia alla signorina che non stava buona a prenderle...),lasciando piuttosto di stucco,e in un'ottica in cui in quanto donna,puoi anche buscarle,e il maschio deve essere pure padrone,scema la piega della bocca dall'allegro al perplesso forte.Per non parlare dell'adattabilità dei due protagonisti,che tutto sommato si accontentano delle rispettive sorelle,tanto le altre sono più che altro civette.Va bene la morale d'antan,ma peccato che ci sia questo finale retrogrado....
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