Regia di Filippo Zoli vedi scheda film
"La stanza oltre il buio" diretto nel 2011
da Filippo Zoli,devo dire che non mi è dispiaciuto.
La storia tratta che una coppia sta andando a
letto e lui pretende un rapporto sessuale dalla
moglie dopo 20 giorni,ma lei non vuole,
e si addormenta.
Ma si ritrova a vivere la sua vita passata,
con i suoi sbagli e futuri con la sua morte.
Comincio partendo con il presupposto che il Film mi
ha ricordato quelli che vedevo alla fine degli anni '80
e l'inizio dei '90 a Castrocaro nel "Fotogramma d'oro",
e quando rivivo quella atmosfera non riesco a dare
un giudizio negativo,come i B Movie,e questo come
regia,a tratti amatoriale,mi ha fatto pensare a questo.
Il Cortometraggio è un Video auto-finanziato dallo
stesso regista Filippo Zoli e si colloca in quei
Thriller psicologici a tinte Horror e con un pessimismo
molto pesante,perché quando comincia c'è la frase:
"...la peggiore malattia è la memoria...".
Infatti il tutto è incentrato su questa e sul personaggio
principale interpretato da un grandioso Stefano Pelliconi,
che fa un percorso dentro la sua memoria rivedendo il
passato,ma spiazza perché vede anche il suo futuro.
Il Corto comincia come una Commedia dove una coppia
sembra in crisi e il loro rapporto ormai è praticamente
alla frutta,e lui protesta perché non hanno un rapporto
da ben 20 giorni,ma non gli porta a niente e appena
prende sonno si ritrova
a rivivere l'infanzia come la scuola,
il suo periodo di droga
dove in un letto vede la moglie giovane,
e questa scena rimane
impressa per la ragazza e la potenzialità
scenica della situazione e
la sensualità che sprigiona la giovane
Attrice.
Per poi spiazzandoti dove si vede il futuro,
la sua morte e la moglie che si risposa,
fino al tragico epilogo,ed è molto
interessante lo psichedelico montaggio,
soprattutto finale e la splendida Fotografia
"Baviana" per i colori eccettuati.
Con lui in scena figura anche Carla Varotto.
In conclusione un buon Corto medio,
che ricalca i vecchi e classici Film Thriller
psicologici,dove il personaggio va incontro
al passato in modo diretto e duro,
dove ti spiazza perché a un certo punto
vede il futuro e dei momenti che vivrà,
per un finale pessimista e amaro.
Meglio non vederlo se depressi o stanchi dopo
un lungo viaggio in treno.
Il mio voto: 6,5.
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