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Call Girl

Regia di Mikael Marcimain vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Call Girl

di alan smithee
6 stelle

TFF 2012 - TORINO 30 - CONCORSO
Film maturo, complesso, ben differente dalle classiche opere prime intimiste e timide che spesso si affacciano al concorso.
Una trama fitta e corposa, lunga due ore e venti necessari per calarsi nella Svezia di fine anni '70, quando la bionda e bella Iris, orfana irrequieta che fa la spola tra centri di affidamento e genitori adottivi che non la riescono a gestire, entra in contatto con una intraprendente e dinamica casalinga (la fantastica Pernilla August, spietata aguzzina che si impadronisce e gestisce le vite di fanciulle belle e allo sbando) che le fa entrare, ancora minorenni nel mondo della prostituzione d'alto bordo.
Clienti sempre piu' altolocati, delle classi sociali piu' esclusive, avvocati, giudici e naturalmente politici di quel governo socialdemocratico che sta affrontando di petto una crisi economica imminente, ma pure il cambiamento dei costumi sessuali tramite la proposta di una discutibile attenuazione dei reati a sfondo sessuale, come strumento per accaparrarsi i voti persi fino a quel momento.
Il film, accurato nella confezione e ambientato benissimo nel periodo di riferimento, segue le indagini di un ostinato giovane commissario che non intende mollare le indagini, funestate da mille ostacoli scagliati dall'alto pur di essere archiviate. E segue le due ragazze protagoniste del dilemma della difficile decisione se continuare un mestiere che consente loro ricchezze immediate altrimenti impensabili, o collaborare con la giustizia e il centro sociale che le ha sotto responsabilità, rinunciando ad ogni immediata allettante soddisfazione.
Insomma uno  nuovo "Scandal" (come l'omonimo bel film di Michael Caton-Jones) girato con lo stile spy, i costumi e l'ambientazione de "La talpa". E come quest'ultimo buon film, un po' prolisso e complicato per convincere sempre in tutto il suo lungo svolgimento. Una efficace sforbiciata di particolari non fondamentali e pure un'interpretazione un po' meno televisiva e piu' carismatica di quella offerta dallo scialbo attore che impersona il volonteroso ispettore, avrebbero prodotto una perfetta miscela di azione e denuncia civile e politica da gran film d'autore.

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