Regia di Ektoras Lygizos vedi scheda film
La povertà, dunque la difficoltà materiale, concreta, che si contrappone all'orgoglio di non cedere, di non cercare la pietà altrui continuando ad arrangiarsi come si può, senza dare a vedere che si rasenta la fame più nera, quella che porta vicini alla disperaione e alla follia.
Un giovane studente con la passione del canto si ritrova in una città ove non conosce nessuno, senza più un centesimo in tasca: non paga le bollette e quindii rimane senza acqua corrente: il cbo scarseggia, e lui pensa sempre prima al suo pimpante canarino, al quale procura il cibo che troova tutto attorno, salvo poi condividerlo: i fichi dell'albero di fronte, del miglio che rubacchia all'anziano padrone di casa.
Fino a cominciare a comportarsi quasi come il suo unico amico pennuto: con movimenti repentini, prediligendo le pendenze vertiginose e lo stare aggrappato in bilico nel vuoto. E mentre anche la sua voce assume un suono e tonalità sempre più acute che lo avvicinano anche nella vocalità all'amico pennuto.
Un modo per manifestare solidarietà con l'unico essere vivente che sembra restargli in qualche modo fedele e che pare non cessare di emettere allegra e suoni gradevoli.
Fuori solo disinteresse, povertà, superficialità, in una Grecia che cominciava a vivere le tensioni di una rovina economica senza precedenti.
Esordio giustamente ammirato fino alle soglie dell'Oscar per un cinesta greco da noi pressoché ignoto che porta il nome di Ektoras Lygizos: che racconta le sfaccettature di una crisi globale a partire dall'esperienza singola.
Sino ad arrivare alle estreme conseguenze, quelle che minano la razionalità e fanno sbilanciare verso il baratro.
Il giovane protagonista Yiannis Papadopoulos ci mette anima e pure molto corpo, senza remore né indugi anche di fronte alla scabrosità di certe scene forti come quella della masturbazione tutto fuorché simulata, accompagnata dal tentativo di ingerire persino il proprio liquido seminale.
Una situazione difficile da sostenere, ma pure da rappresentare, che tuttavia non ha nulla di veramente gratuito, ma serve al contrario a sintetizzare le sfaccettature drammatiche di una follia che nasce dall'indigenza occultata ma divenuta impossibile da tenere celata.
Una fugace storia d'amore, la caduta dei capelli come testimonianza di un crollo fisico evidente, la separazione dall'animaletto che crea disperazione, fino al momento del ricongiungmento, che potrebbe rappresentare anche una svolta.
La Grecia che crolla fino ad un livello in cui si può solo risalire la china, o soccombere definitivamente.
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