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Un posto al sole

Regia di George Stevens vedi scheda film

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La recensione su Un posto al sole

di maghella
8 stelle

“Un posto al sole “ è uno dei miei filmoni preferiti.
Una trama coinvolgente, anche se in fondo banale, resa avvincente proprio per la costruzione psicologica dei personaggi e la buona interpretazione degli attori in questione : Montgomery Clift, Elizabeth Taylor e Shelley Winters.

Montgomery Clift soprattutto riesce a dare al suo George tutta quella carica emotiva necessaria a renderlo sempre più introverso e combattuto tra la voglia di vivere la sua vita come l'aveva sempre desiderata o invece compiere il proprio dovere sposando la ragazza che aveva sedotto e rimasta successivamente incinta, un continuo crescendo di drammaticità espressa dalla postura dell'attore, che presta anima e corpo al proprio personaggio. Impressionante come anche le mani riescono ad essere espressive alla stessa stregua degli occhi.

George Eastman è un giovane ambizioso, che arriva in città, nella grande azienda di costumi da bagno dello zio potente, e gli chiede di poter lavorare e dimostrare le proprie capacità.
Inizia come semplice operaio e conosce una sua collega (S. Winters), la seduce, rimane incinta. Contemporaneamente però riesce a farsi notare da una bellissima giovane ereditiera, Angela Vickers (E. Taylor), figlia del socio dello zio. I due ragazzi si innamorano, e George cerca di liberarsi della sua scomoda fidanzata Alice. Triste e davvero ben raccontato l'episodio in cui Alice cerca un consiglio da un medico per poter abortire, il film è del 1951, e l'argomento è davvero un tabù per l'epoca. George cerca di prendere tempo, intanto conduce la sua doppia esistenza, meditando pericolosi pensieri di morte nei riguardi di Alice, che intanto si rende conto che il suo ragazzo si sta sempre più allontanando da lei, e lo mette alle strette dicendogli che si devono sposare assolutamente.

George riesce a “rubare” una settimana di vacanza a casa dei genitori di Angela, sul lago. Proprio qui matura l'idea di uccidere Alice, annegandola e facendo passare l'omicidio come incidente.
Le cose precipitano: Alice capisce che sta perdendo George per la bella ereditiera, piomba all'improvviso da George, che con un escamotage riesce a convincerla a fare una gita in barca. Ma non riesce a portare a termine il suo piano delittuoso, commosso dalla figura davvero troppo patetica di Alice, che quasi elemosina il suo amore. Purtroppo proprio per una mossa maldestra di Alice, la barca si ribalta e i due cadono in acqua: Alice muore, George no. Il delitto è compiuto,ma naturalmente quasi per un paradosso, fa acqua da tutte le parti, e gli inquirenti risalgono immediatamente a George come l'unico possibile omicida.

Il dramma di George non sta nello essere stato scoperto, ma nel dover interrompere quella che è una grande storia d'amore con Angela, ormai davvero uniti e in simbiosi. Lo scandalo è tale, che lo zio di George decide di procurargli i migliori avvocati, ma di non apparire in nessuna maniera nel processo, idem per Angela, che rimane incredula di fronte a questa doppia personalità del suo innamorato. Depressa e sola non smetterà di amare George, che intanto nella sua cella, condannato a morte, capisce che anche se non ha materialmente ucciso Alice, è stato colpevole di avere avuto nella testa e nel cuore un'altra donna, anche quando avrebbe forse potuto salvarla. Non pensando mai davvero alla vita del suo possibile bambino.

Il film pecca alla fine di una morale troppo bacchettona, degna del nostro buon Matarazzo, ma la bravura degli attori, lo splendido bianco e nero, delle buone battute ad effetto, rendono il film buono e sempre un piacevole classico. La scena del bacio tra la Taylor e Clift è davvero troppo bella, e l'ultima frase che Angela dice a George in cella, prima di essere giustiziato mi fa sempre versare la lacrimuccia: “I nostri momenti più belli li abbiamo passati a dirci addio”:

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