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Il postino suona sempre due volte

Regia di Bob Rafelson vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il postino suona sempre due volte

di alan smithee
8 stelle

Che preziosa opportunita' mi si e' presentata ieri sera quando, di passaggio a Genova per lavoro, mi imbatto quasi a caso nella programmazione al cinema America di questo famosissimo e splendido film di Bob Rafelson, gran regista americano spesso in sordina e sottostimato, ma autore di film davvero preziosi e di alcuni capolavori degli anni '70 come Cinque pezzi facili, un autentico capolavoro. Tratto da un famoso romanzo di James Cain tradotto sullo schermo diverse volte, il testo ha generato capolavori come Ossessione di Visconti del '43 con la coppia sensuale Girotti/Calamai, una bella versione di Tay Garnett del '46 con Lana Turner e John Garfied, e naturalmente questo splendido remake ad opera di Rafelson, che si avvale di una solida sceneggiatura adattata dal grande David Mamet.
Storia di tradimenti, di amore sensuale e accecante, di trame per eliminare un consorte di troppo, il film si privilegia di due superbi attori protagonisti: Jack Nicholson che nell'81 viveva un periodo da favola, dopo Shining e prima del secondo Oscar per Voglia di tenerezza, Jessica Lange di una bellezza e sensualita' giunonica che rasentano la perfezione.
Grande anno, l'ormai lontano '81: lo stesso di Brivido Caldo di Kasdan, film gemello per trama e situazioni, differente solo nell'ambientazione temporale, e che vede come antagonista della Lange una altrettanto sensuale e meravigliosa Katleen Turner, esordiente assoluta al cinema in quel torbido ruolo. Stesso anno di Conan il Barbaro di Milius, che volevo vedere, allora tredicenne, al cinema ma che non mi e' stato permesso per i non adeguati raggiunti limiti di eta'...figurarsi cercare di persuadere la maschera a farmi entrare a vedere lo scandalosissimo "postino"!!.
Motivo in piu' per recuperarne trent'anni dopo una visione a sorpresa sul grande schermo di un cinema illuminato e coraggioso, in una notte piovosa del capoluogo ligure.
Dopo un inizio un po' altalenante come qualita' tecnica (le pellicole cosi' vecchie risentono soprattutto all'inizio della bobina dei danni del tempo presentando macchie, tagli e salti che ricordano la qualita' del cinema dei pionieri di inizio '900), la pellicola ci cattura nelle atmosfere torbide e sensuali dell'America anni '30. Rafelson firma uno dei suoi maggiori successi e una delle sue pellicole piu' coinvolgenti emotivamente e piu' sessualmente esplicite, che sa spaziare dal noir al melodramma, regalandoci due personaggi di perdenti che non si arrendono anche quando le cose volgono davvero al peggio, tra complotti, processi, scagionamenti, tradimenti, fino al dramma definitivo e finale.

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