Regia di Tay Garnett vedi scheda film
Premetto, che per me, i veri noir sono quelli in bianco e nero; questi colori acquerello fanno perdere all’immagine quella drammaticità espressiva tipica proprio del genere. Il film è svalutato, un po’ perché la storia è oramai conosciuta (bisognerebbe comunque anticipare la riflessione al ’46…), e un po’ per il suo ritmo sollecito. Il regista conta soprattutto sulla presenza e l’abilità di attori noti, e meno nel costruire stati di tensione adeguati (a sua scusa.. sicuramente… la censura incombente). Migliori, a mio giudizio, le versioni di L.Visconti del 1943 (forse proprio per il suo bianco e nero) e la più recente di B.Rafelson con J.Nicholson del 1981 (forse perché, per sua fortuna, meno pudica). C’è anche una prima versione cinematografica di P.Chenal del 1939, che però non ho visto. ( 6 )
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