Key of Life, Kenji Uchida JFF Plus 2021.
Kenji Uchida scrive e dirige una commedia brillante tutta incentrata su equivoci e scambio d'identità, elementi "classici" del genere ma trattati con una certa inventiva dal momento che uno dei tre protagonisti (il grande Teruyuki Kagawa) dall'essere un killer spietato ed infallibile si rivela in realtà una sorta di "eraser" stile Arnold Schwarzenegger in L'eliminatore.
Il regista, soprattutto nei primi minuti, inserisce inoltre una serie di frecciatine alla società giapponese contemporanea; pensiamo subito al personaggio interpretato da Ry?ko Hirosue (Kanae), office lady dedita alla carriera professionale che dal nulla un giorno decide di sposarsi fissando addirittura la data delle nozze, unico particolare non ha assolutamente il ragazzo. Probabilmente qui il regista critica una certa usanza sociale che sembra quasi imporre il matrimonio alle donne single.
Sempre con Kanae al centro della scena, l'autore evidenzia come spesso i matrimoni/relazioni in Giappone (solo lì ?) siano dettati non tanto dall'amore ma dal portafoglio dell'uomo poiché «un uomo è un buono a nulla se non guadagna come si deve, le parole non bastano» così esclama orgoglioso un collega della ragazza.
Continuando a focalizzarci sulla sceneggiatura interessante citare l'elemento meta-cinematografico dove uno dei soggetti interpreta un attore fallito mentre l'altro si finge killer quindi un meta-cinema che irrompe nella realtà filmica.
L' elemento meta-cinematografico verrà tuttavia più approfondito nel remake coreano firmato da Lee Gae-byok (Luck Key, 2016 con il fortissimo Yoo Hae-jin).
Infine due paroline sulla regia, nel complesso pregevole e quadrata distinta da un incipit alquanto vibrante atto ad introdurre i tre protagonisti e nello specifico riporto "l'omicidio" commesso da Kond? (Teruyuki Kagawa):
Notte fonda, un uomo (Kond?) in machina sta ascoltando musica classica e nel mentre si prepara indossando mascherina, occhiali scuri ed impermeabile. Il misterioso individuo sceso dall'abitacolo accoltella improvvisamente un passante e la camera fissa all'interno della macchina riprende tutto con un certo distacco, delitto ripreso e filtrato da un enigmatico un fuori campo interno e di passaggio (il lunotto dell'auto "sporca" la visuale).
Stile neo-noir che poco dopo verrà ribaltato da un approccio tragicomico (la scena all'onsen).
Unica nota negativa la lunghezza leggermente eccessiva, si poteva accorciare di 5/10 minuti, però sono quisquilie.
Voto: 7
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