Regia di N. Santi Amantini vedi scheda film
Rinchiuso tra le pareti della casa natìa, un ex seminarista fa a botte con la (sua) fede, la cui certezza evidentemente non è più così inossidabile. Come testimonia infatti in un diario, passa le giornate a «dubitare», completamente libero da un certo impulso morale a fare una qualunque buona azione. Molto meglio fumare, masturbarsi e perdersi tra I fiori del male ed Ecce bombo. Oltretutto è completamente solo, e gli unici dialoghi che intrattiene sono quelli a tu per tu con se stesso, Dio e il suo «gemello cattivo». Una sorta, questo, di alter ego al negativo, di Joker indomabile (tanto è sovraccaricata la sua figura, forse troppo) che corrisponde alla parte di sé non riconciliata con la scelta di vita fatta. Evidente,
quindi, è l’impostazione manichea dei due ruoli incarnati peraltro dallo stesso attore. Il quale riesce comunque a esprimere in maniera credibile il peso del dubbio (già affrontato in pellicole come Io, loro e Lara o, più recentemente, In the Name of), senza tradire gli scarsissimi mezzi con cui la pellicola è stata realizzata. Appena un migliaio di euro come budget per girare all’interno di un’unica location trasformata in un set teatrale, ma anche in una trappola e nello stesso tempo in un rifugio, claustrofobica e salvifica com’è. Ne uscirà il ragazzo, certo, ma se con o senza la veste sacerdotale, conta relativamente. La questione, infatti, è sopravvivere (e non vivere) (al)la tentazione.
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