Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
ITALIAN TRASH HORROR '80
Un gruppo di speleologi sta da giorni controllando che un esperimento in cui è impegnato um membro del loro gruppo vada a buon fine. Si tenta di superare il record di permanenza solitaria in grotta, per studiarne anche gli effetti psichici utili agli studi comportamentali umani.
Ma quando improvvisamente una crisi inizia a sconvolgere il solitario speleologo, ecco che i suoi amici tentano di intervenire per liberarlo, seguiti per la circostanza da due improvvidi giornalisti intenzionati a scrivere un pezzo sulle catacombe che attorniano la grotta ove si trova l'uomo.
Nessuno di costoro è al corrente che quei pertugi profondi presenti nella roccia, custodiscono le reliquie di un gruppo di monaci spretati perché considerati eretici, ed ora tornati in vita sotto forma di fantasmi per impossessarsi del mondo soprastante.
Da una trama balorda, ma non priva di un certo interesse, Le porte dell'inferno è un progetto che, sulla carta, avrebbe potuto ricordare un nuovo, spregiudicato ma curioso e tardivo seguito della celebre saga dei Resuscitati ciechi del folle, squinternato regista iberico Amando de Ossorio.
Qui, se possibile, la situazione appare ancora più "weird", più trasandata, al servizio di un prodotto a basso costo ove, al di là dell'idea - tutt'altro che originale, ma in fondo sostenibile - risulta sconcertante la irrimediabile incapacità degli interpreti di fornire una minimamente accettabile performance ad ognuno dei personaggi coinvolti.
Sarà la sceneggiatura, devastante, sarà la presenza di attori quasi interamente improvvisati (ma qui pure l'esperta Barbara Cupisti è davvero al minimo sindacale!), ma il film del gran vecchio maestro del giallo/horror, Umberto Lenzi, quasi sempre decisamente più affidabile, si rivela un fallimento totale, senza appigli di sorta in grado di sorreggerne la debolissima, fragile struttura.
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