Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Una spedizione di speleologi scende nel sottosuolo per recuperare un collega intrappolato nelle viscere della Terra. Ma c'è una ragione ben precisa se l'uomo si sente minacciato e incapace di tornare in superficie: fin da subito la missione di salvataggio viene funestata da strani incidenti mortali e insidiata da presenze soprannaturali.
Gli anni Ottanta sono stati duri, durissimi per tutto il cinema nostrano e in particolare per quello di genere, fortemente ridimensionato dopo che il mercato dell'homevideo e il proliferare delle televisioni private hanno preso il sopravvento. Persino gli artigiani 'nobili' del filone, fra i quali Umberto Lenzi può certo inserirsi, hanno faticato parecchio per trovare una nuova collocazione e progetti concretizzabili che permettessero loro di continuare a lavorare, possibilmente con la consueta assiduità. Le porte dell'inferno nasce all'interno del progetto 'Lucio Fulci presenta': una serie di pellicole dalla destinazione televisiva, di chiara matrice horror, girate da nomi nuovi o già noti. Purtroppo la serie viene interrotta presto e questo lavoro ne rimane escluso; Lenzi riesce però a fare in modo di inserirlo quantomeno nel circuito del videonoleggio a uso domestico e, a ben vedere, il film risulta comunque sprecato: per la discreta fattura estetica e la scrittura sufficientemente ansiogena (al netto di mille stereotipi e momenti un po' tirati via), Le porte dell'inferno non avrebbe affatto sfigurato se fosse approdato in sala. Giacomo Rossi Stuart, Barbara Cupisti, Lorenzo Majnoni e Pietro Genuardi sono gli attori di maggior richiamo: poca roba, ma efficaci per le circostanze; in un ruolo minore compare anche Paul Muller. La sceneggiatura è di Olga Pehar, moglie del regista; nel giro di un paio di anni Lenzi - dopo aver diretto oltre sessanta pellicole in una trentina di anni di attività - avrebbe abbandonato la macchina da presa. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta