Regia di Giorgio Capitani vedi scheda film
Vita e opere di Albino Luciani, in arte Giovanni Paolo I.
Se siete anche solo un filino anticlericali, questo è il film che fa per voi. Un disastroso ritratto, approssimativo e gravido di pathos superfluo, di Albino Luciani, alias papa Giovanni Paolo I; una fiction televisiva di pochi mezzi e ancora minor sostanza, spalmata su due puntate da cento minuti ciascuna, standard classico per questo genere di operazioni. Ciò che è meno consueto è il pressappochismo con cui viene scritta, diretta e recitata l'opera; la sceneggiatura di Francesco Scardamaglia e Massimo Cerofolini è rigonfia di momenti trash-lacrimevoli del tutto gratuiti e, in definitiva, Papa Luciani. Il sorrido di Dio è qualcosa di involontariamente esilarante, un'agiografia controproducente per sciatteria e scelte discutibili. Fra queste ultime va annoverata senza dubbio quella di affibbiare il ruolo del protagonista a un noto comico (peraltro di programmi di sponda sinistroide): nelle smorfie, negli accenti veneti pesantissimi, realmente esasperati, nei ghigni di Neri Marcorè (e in certi suoi sguardi persi per disperazione nel vuoto) pare di riconoscere un lavoro accettato per vile denaro, per mera sopravvivenza professionale e null'altro. Marcorè fa una caricatura di Luciani, questo è il punto. Il resto della catastrofe non è comunque poca roba; tanto per dirne una, per mezzora circa Marcorè sostiene di volere assolutamente rifiutare l'eventuale elezione a pontefice. Eletto, senza manco pensarci su - in qualcosa che somiglia molto a un accesso di megalomania - la prima frase che dice è: "Chiamatemi Giovanni Paolo... Primo". Al di là dela boiata a livello logico, rimane da sapere come sia possibile portare avanti un intero film chiamando il protagonista con un nome sbagliato: Luciani/Marcorè rimarrà infatti Giovanni Paolo Primo per tutto il resto del lavoro, mentre il suo vero pseudonimo era semplicemente quello di Giovanni Paolo (quando ne è arrivato un secondo, Luciani è stato distinto come primo). In tutto questo, la critica cattolica ha avuto da ridire soltanto sull'accennata ipotesi dell'assassinio di Luciani, ovverosia sull'unico fatto storico indiscutibile entrato nella fiction. Nel cast anche Gabriele Ferzetti, Franco Interlenghi, Roberto Citran. 1/10.
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