Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Porte aperte ha un solo difetto, il ritmo soporifero. Per il resto è un film praticamente perfetto, dominato dal personaggio di Volontè ma con un Ennio Fantastichini che offre sicuramente la prova migliore, impersonando una figura prima succube, poi al limite della pazzia ed infine lucidamente calcolatrice. Ci si aspetterebbe sicuramente qualcosa di diverso, le minacce al giudice, il velo di omertà che adombra le indagini, la cornice di una Palermo mai onesta lasciano presagire un finale ben più banale ma è proprio lì che la pellicola rivelerà la sua forza, mostrando un artefice imprevedibile della sentenza, ribaltando in qualche modo i ruoli e offrendo probabilmente gli scambi più interessanti e memorabili dell'intera pellicola. I dialoghi sono accurati, il soggetto del resto è di Sciascia ma è indubbio che troppo spesso nelle fasi iniziali viene lasciato il posto a significativi silenzi mentre nelle fasi conclusive saranno proprio le parole a cambiare volto alla morale di fondo, troncata di netto dalla didascalia che rivelerà la cronaca degli eventi. Non per tutti i palati ma decisamente di pregevole fattura e sempre attuale.
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