Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Bella ragazza ventenne, impiegata in un negozio di abbigliamento, è ossessionata dalla morte del padre, ucciso da un hooligan durante la famigerata strage dell'Heyselle, e di cui lei è stata una testimone diretta. Tormentata dagli incubi e assillata dallo zelante impegno di un poliziotto inglese in possesso di nuovi indizi sul caso, parte alla volta di Liverpool decisa a vendicarsi del colpevole e, non ostante sia pedinata e bloccata dalla polizia, riesce comunque a ritrovarsi, arma in pugno, di fronte al balordo assassino che ha riconosciuto in una foto segnaletica. Finale a sorpresa.
Dramma familiare che trae spunto da un doloroso fatto di cronaca nera che sconvolge il mondo del calcio nel Maggio del 1986, il film di Giordana cerca di coniugare gli aspetti umani e psicologici di una tragedia collettiva declinata secondo una dimensione personale e intima e la parabola esemplare di una storia di vendetta e riscatto nel viaggio 'oltremanica' una giovane disillusa in cerca di risposte. Sebbene il film non manchi di buoni propositi e di un delicato lirismo 'in filigrana', appare appesantito da un greve schematismo narrativo (dalla elaborazione del lutto nella quiete di una indolente provincia lombarda ai propositi livorosi di una trasferta ferale) a dagli accenti insinceri di una facile retorica della vendetta (o del perdono) finendo per rendere poco credibili tanto i personaggi (il meccanico burbero e passionale, l'ispettore inglese flemmatico e arguto,il taciturno ed enigmatico ricettatore, la maschera lombrosiana di un tifoso decerebrato con licenza da tassista) quanto le situazioni, in una dialettica dei sentimenti che passa con superficiale indolenza dalle comprensibili ragioni di un risentimento personale alla folgorazione sulla 'via di Damasco' di un facile moralismo sentimentale formato famiglia.
Questi difetti di fondo del film di Giordana (da sempre cantore di una 'meglio gioventù' tormentata e dolente) non vengono mitigati nemmeno dal ricorso alle suggestioni musical turistiche in quel di liverpool nè dallo sconsolato nichilismo della struggente poesia di Sandro Penna che piuttosto sembrano sottolinearne la pretestuosa ingenuità ideologica.
Bella la fotografia di Roberto Forges Davanzati soprattutto negli esterni divisi tra la placida armonia urbanistica di una Cremona da cartolina (tra Torre e Torrazzo) e il tetro squallore di una Liverpool malfamata e ostile. Caruccia e inoffensiva la Ferrari.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta