Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Traendo spunto dall'episodio drammatico della tragedia dell'Heysel in cui persero la vita 39 spettatori sotto la furia alcolica degli hooligans e soprattutto a causa della scriteriata organizzazione dei belgi, Giordana ha tratto un film diseguale e imperfetto che non parla della violenza negli stadi ne tanto meno vuole fare un resoconto o una analisi dettagliata di quei noti fatti, il tema centrale di questo film è a mio parere l'importanza di una figura paterna e lo sconvolgimento che può causarne la perdita improvvisa, non a caso il personaggio della Ferrrari è modellato sulla figura di Carla Gonelli che perse il padre nella tragedia e fu estratta dai corpi ammassati da un tifoso inglese quando era in coma ed a un passo dalla morte.
La sceneggiatura alterna momenti di grande emozione ad altri di indifferenza, così come la regia che lascia intravedere in alcuni tratti il grandissimo talento del suo autore capace di filmare egregiamente Liverpool facendola apparire come una città lugubre e fredda ma densa di storia antica e recente: il taglio netto che porta la protagonista pensierosa nel suo garage direttamente alle highways inglesi sotto le note dei Beatles dolcissimi di "I love her" è cinema di grandissima classe e spinge i brividi sulla pelle perchè ci proietta in un istante nel luogo d'azione centrale attraverso il suono e immediatamnte dopo con le immagini.
L'identificazione del colpevole con uno zoom sulla sua foto segnaletica è un altro tocco di classe di hitchcockiana memoria, la luce del mattino che filtra attraverso le colonne dell'antico chiostro sottolinea come Giordana sia capacissimo di catturare l'occhio con una semplice panoramica, il finale impreziosito con una dolce e distensiva sorpresa è una sequenza che amo molto seppur sporcata da un'allucinazione della protagonista di troppo: esprime in maniera significativa l'intento del film che per me è chiaro e lampante.
I motivi sopra elencati mi sono sufficienti per dare un giudizio eccessivamente alto ma purtroppo il film secondo me è molto scarso sotto il profilo prettamente umano, nel senso che il cast e la sua direzione trascinano la valutazione verso il basso: Isabella Ferrari era un'attrice troppo acerba per un ruolo drammatico e le sue scarse doti nuocciono all'intera opera, Ugo Conti ci sta dentro come i cavoli a merenda nella sua breve apparizione, John Steiner era un discreto caratterista ma immagino che la sua presenza sia dovuta solo ed esclusivamente al suo bilinguismo eccellente perché non credo fosse la scelta migliore per il ruolo dell'ostinato ispettore che vuole rintracciare tutti i colpevoli o presunti tali del misfatto, paradossalmente la scelta e la prova più lodevole sono da attribuire all'attore che interpreta l'hooligan/tassista al quale la protagonista da la caccia.
La storia di questo film è indiscutibilmente legata alla tragedia dell'Heysel, un episodio che mi ha toccato personalmente per tanti motivi vista la mia fede calcistica, gli strascichi ancora oggi mai sopiti e non ultima la presenza di mio padre in quello stadio maledetto: ho ancora negli occhi mia madre che telefona di nascosto al numero appena comparso in sovraimpressione in TV per chiedere informazioni se gli fosse capitato qualcosa, mio padre era a distanza di sicurezza dal caos nella curva Z ma ciò non gli ha impedito di vedere persone senza vita avvolte nelle bandiere una volta tornato a casa.
Una ragazza vuole vendicarsi personalmente dell'hooligan che ha pestato a morte suo padre durante Juventus - Liverpool allo stadio Heysel, si reca a Liverpool intenzionata ad ucciderlo ma.....
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