Regia di James Mangold vedi scheda film
Saldi in mano alla Fox, gli X-Men proseguono la loro serie cinematografica in modo parallelo e distinto rispetto ai progetti targati Marvel/Disney. Dei cinque usciti in precedenza, in realtà, per la comprensione di questo film sono fondamentali soltanto X-Men (2000), X-Men 2 (2003) e X-Men – Conflitto Finale (2006). In particolare, si rilevano ben tre camei illustri e un aspetto della trama è strettamente connesso con un preciso riferimento all'ultimo titolo citato. Utile ma non necessaria è invece la visione di X-Men – Le Origini: Wolverine (2009). E in sostanza indipendente rimane X-Men – L'Inizio (2011).
Basato sul fumetto Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller, ossia sulla cosiddetta saga giapponese dell'omonimo mutante, Wolverine l'Immortale è di fatto il primo davvero non corale e a incentrarsi interamente sull'iconico protagonista. La storia è originale. In alcuni aspetti è prevedibile, mentre in altri è in grado di sorprendere, dunque confermandosi interessante nel complesso. L'azione è ben dosata e non è per nulla tracotante, lasciando spazio alle caratterizzazioni e alle scene più intime o riflessive, che non guastano affatto. Suggestivo è soprattutto il contesto orientale, con i riti e le simbologie delle antiche tradizioni, affascinante perché ben gestito. Le battute sparse qua e là non sono banali e anzi risultano divertenti, raggiungendo lo scopo nei momenti giusti.
Avendo un numero limitato di personaggi da gestire, il loro profilo ne trae giovamento, sebbene alcuni appassionati critichino ugualmente l'inserimento di Silver Samurai. Ovviamente la nostra vecchia conoscenza ha il volto familiare e rassicurante di Hugh Jackman (Logan / Wolverine), il quale è garanzia di successo. Ogni volta è ammirevole la sua resistenza e dedizione, nel sottoporsi per mesi a diete e allenamenti spossanti al fine di conseguire il fisico adatto, che non gli è naturale. Peccato poi che il ruolo non sempre gli consenta di esprimere al meglio anche il suo talento di attore teatrale. Fra gli altri interpreti mi hanno colpito soprattutto le figure femminili. Tao Okamoto (Mariko Yashida) è di un'ammaliante beltà. Restituisce inoltre una figura delicata e sensibile, che non può non conquistare. Rila Fukushima (Yukio) desta un'innata simpatia e sembra perfettamente a suo agio nella parte, quasi vi si riconoscesse. Al pari di Svetlana Khodchenkova (Viper), la quale incarna il ritratto tipico della classica dark lady.
Gli effetti speciali sono adeguati, mai ostentati. Persino la vituperata scena del treno mi ha convinto. Piuttosto ho trovato confusionari alcuni momenti dei combattimenti successivi al funerale. Tuttavia in generale i duelli si mantengono di alto livello, con coreografie di qualità e la spettacolarità come strumento anziché come obiettivo. Apprezzabile è la colonna sonora di Marco Beltrami, capace di creare le atmosfere, enfatizzare la tensione, donare significato al dramma. Non eccelle né sfigura.
Fruito rigorosamente nel normale formato 2D, ho trovato un preciso appagamento delle mie aspettative verso questo film e mi sento dunque di consigliarlo a chiunque avesse apprezzato almeno uno dei capitoli precedenti. Il regista James Mangold ha già promesso una Director's Cut per le edizioni home video, poiché vi sarebbero all'incirca una decina di minuti che egli avrebbe desiderato il pubblico vedesse. Ammetto di essere alquanto curioso. Il prossimo appuntamento sarà X-Men – Giorni di un Futuro Passato (2014), il sequel di X-Men – L'Inizio (2011) che realizzerà il collegamento con la trilogia principale. A tal proposito, si suggerisce di restare seduti in attesa della scena nel mezzo dei titoli di coda di Wolverine l'Immortale...
Durante il bombardamento atomico di Nagasaki, alla fine della II Guerra Mondiale, Logan salvò il soldato Yashida, diventato decenni dopo un anziano magnate della tecnologia. Il vecchio manda la fidata Yukio a recuperare Wolverine, autoesiliatosi nei boschi. Yashida non mira solo a un addio: vuole anche offrire a Logan il dono prezioso della mortalità, la possibilità di porre fine alla sequela di perdite che Wolverine ha subito nella sua sempiterna esistenza.
Tensiva e funzionale, la musica di Marco Beltrami non cerca i grandi temi d'effetto. Si limita ad accompagnare con discrezione le immagini, dando forza all'espressione. Da sola forse non reggerebbe, ma nel contesto è valida.
Ha soddisfatto le mie attese. Per una ragion critica avrei bisogno di visioni ulteriori.
Lievemente caotico in una scena d'azione, trova pane per i suoi denti nell'intimità e nel dramma.
Un gradito ritorno agli artigli di Logan / Wolverine. Sempre in gran forma. Ottimo.
Il severo e ambizioso Shingen Yashida, figlio di Ichiro. Distinto.
L'onirica presenza di Jean Grey / Fenice.
L'abile arciere ninja Kenuichio Harada. Discreto.
La rossa Yukio, esperta e determinata guerriera. Brava.
Buona prova, convincente, nelle vesti della bella Mariko Yashida, nipote di Ichiro.
La ferale bionda Viper. Assai adatta e in parte.
Il vecchio Ichiro Yashida, padre di Shingen e nonno di Mariko.
Lievemente caotico in una scena d'azione, trova pane per i suoi denti nell'intimità e nel dramma.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta