Regia di George Miller vedi scheda film
Tormentato dai fantasmi del suo tragico passato, Max Rockatansky continua a percorrere le lande desolate del suo barbaro futuro post-apocalittico. Catturato dalla tribù dei Figli della Guerra e destinato a essere letteralmente utilizzato come "sacca di sangue", l'uomo si unirà alla fuga di un gruppo di ragazze dell'harem del mostruoso capo Immortan Joe, guidate dalla ribelle Imperatrice Furiosa verso un leggendario "Luogo Verde". Sarà l'occasione giusta per la redenzione di Max?
Fa piacere constatare come, a ben trentasei anni dal primo Interceptor, la saga del "folle" Max non abbia perso nulla della sua freschezza e del suo iconoclasta furore hardcore-punk. Visivamente magnifico (splendida la fotografia del veterano John Seale, in grado di passare senza soluzione di continuità da toni acidi e caldi ad atmosfere livide e fredde) e caratterizzato da incredibili stunt, Mad Max: Fury Road limita al massimo i filosofeggiamenti (che pure i metafisici deserti nei quali è ambientato suggerirebbero), preferendo riversare azione adrenalinica e divertimento puro in ogni scena di uno script di essenziale linearità (il film, in buona sostanza, si compone di un unico, interminabile e furibondo inseguimento). Eccezionali e fantasiosi i costumi dell'ampio e variegato cast: Tom Hardy non ha il carisma di Mel Gibson, ma la sua febbrile fisicità rende bene la follia del protagonista, così come Charlize Theron castiga la sua sontuosa bellezza per trasformarsi in un'androgina e convincente amazzone; molto bravo anche Nicholas Hoult nel ruolo ambiguo e drammatico del figlio della guerra Nux. Ritorna finalmente a una regia "seria", dopo i lunghi anni incomprensibilmente trascorsi tra maiali (Babe) e pinguini (i due Happy Feet), il grande George Miller e confessiamo che ci era mancato. Unica nota di demerito della pellicola, la lagnosa colonna sonora di Junkie Xl.
Spettacolare, a un passo dal capolavoro: 9/10.
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